giovedì 16 gennaio 2020

INFLAZIONE e DEBITO PUBBLICO : PER FARE CHIAREZZA !


IL FILM SU CRAXI RIAPRE UNA VECCHIA STORIA



S'è troppo spesso sostenuto che il debito pubblico sia dipeso dall' alto tasso d'inflazione dei tempi andati ; ciò è in parte vero ma.....

Ma l' inflazione c'entra solo in parte.

Un pò di storia giova per capire come andarono le cose

" All'inizio degli anni sessanta, anche a seguito delle aperture di capi politici democristiani come Amintore Fanfani e Aldo Moro, si aprì una stagione di confronto programmatico tra centristi e socialisti che portò alla nascita dei primi governi di centro-sinistra. In polemica con questa decisione della maggioranza del PSI di collaborare con la Democrazia Cristiana nel 1964 la sinistra più radicale e ortodossa interna al partito se ne distaccò per formare una nuova formazione politica che rispolverò il nome di Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Nel 1966 il PSI e il PSDI decisero di riunificarsi nel PSI-PSDI Unificati, noto anche con la denominazione di Partito Socialista Unificato. A causa del cattivo risultato elettorale conseguito alle elezioni politiche del 1968 l'unità socialista durò meno di due anni e il 28 ottobre 1968 riprese la denominazione di PSI mentre la gran parte della componente socialdemocratica diede vita nel luglio 1969 al Partito Socialista Unitario, che nel febbraio 1971 ridiventò Partito Socialista Democratico Italiano. "

A partire dagli anni settanta si affermò nel partito una nuova posizione ideologica volta a riscoprire la tradizione socialista non marxista e non bolscevica, culminata con la nomina di Bettino Craxi a segretario nel 1976.[29



Nel 1976 il rapporto DEBITO/PIL era pari al 54% come da prospetto in apertura dell' articolo.



LA STORIA


 Il punto massimo di questo incontro è costituito dal Congresso di Torino del 1978, con il trionfo del «programma socialista» steso da larga parte dell’equipe di «MondOperaio» ed elaborato dal Centro studi del PSI durante un seminario a Trevi nell’ottobre 1977. L’equipe di «MondOperaio» è costituita in parte da figure già avvicinatesi all’area socialista negli anni Sessanta, in parte da uomini di cultura che negli anni precedenti hanno abbandonato il Partito comunista, e in parte da intellettuali che hanno svolto le loro prime esperienze – anche ideologiche – all’interno della nuova o dell’estrema sinistra. Proprio perché il revisionismo socialista tocca i valori e la loro storia, gli intellettuali che intervengono nel dibattito aderiscono a un discorso di tipo umanistico. Sono filosofi della politica (Norberto Bobbio, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Pellicani), storici (Luciano Cafagna, Ernesto Galli della Loggia, Massimo L. Salvadori, Furio Diaz), giuristi (Giuliano Amato, Federico Mancini, Gino Giugni), ma non mancano politologi e sociologi (Roberto Guiducci, Gianfranco Pasquino) ed economisti (Franco Momigliano, Antonio Pedone, Giorgio Ruffolo).

Il nuovo segretario, Craxi, non potrebbe chiedere di meglio. Rispetto al suo predecessore, De Martino, chiamato il «professore», non si ritiene né può essere considerato un intellettuale, anche se il suo interesse per la storia è genuino e sincero. Semmai Craxi difetta in filosofia e in ragionamento socio-politologico, quindi è d’accordo a farsi suggerire temi per attaccare anche su un piano teorico il comunismo e il marxismo. Ma gli intellettuali sono un’estrema risorsa per il PSI del nuovo corso, perché si trovano a dare una cornice e un’identità a una serie di proposte politiche che Craxi e la sua maggioranza, per il momento abbastanza composita tra autonomisti, ex demartiniani e lombardiani, sono costretti a elaborare empiricamente, giorno per giorno. Per l’obiettivo di Craxi in quel momento, quello di rompere il compromesso storico, le riflessioni degli intellettuali sono una continua fonte di legittimazione. Un’azione politica indispensabile alla sopravvivenza del PSI diventa un’opera culturale per la sua modernizzazione, e poi per il rinnovamento della sinistra tutta. 




Per una dozzina di anni consecutivi, tra il 1973 e il 1984, l’Italia registrò tassi annui d’inflazione a doppia cifra, con l’apice toccato nel 1980, quando i prezzi crebbero di oltre il 21%. L’anno successivo, il ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta, scriveva al governatore Carlo Azeglio Ciampi, comunicandogli che non avrebbe avuto più l’obbligo di acquistare i titoli di stato andati invenduti alle aste del debito pubblico.



https://www.ilsole24ore.com/art/dismissioni-campo-cdp-e-spa-gli-immobili-AES87qgG


TORNIAMO AL FILM HAMMAMET

In parte vero, in parte inventato; qualche conferma di quel periodo in cui fu gettato il seme della disfatta dell' Italia c'è, ed è inconfutabilmente scritta nei numeri.

Premier dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987 Bettino Craxi vide il rapporto DEBITO/PIL crescere di ben 40 punti percentuali, dal 65% al 105% che in termini numerici equivalgono a circa 150 miliardi di euro di DEBITO PUBBLICO  emesso.
( 334,832 fine 83 - 475,030 fine 86 )


EPOPEA CRAXIANA 1976 - 1992 : così creebbe il DP in miliardi

Ma se si considera l' incremento dal 1983 (334,832 mld ) al 1992 
(805,682 mld ), ovvero nel periodo che vide dopo i suoi due premierati quelli di FANFANI, GORIA, DE MITA, ANDREOTTI il conto si fa salato : 470 mld di euro spesi nel corso di soli 9 anni. 

 Voler attribuire il tutto completamente all' inflazione è a dir poco ridicolo.

Per chi non visse quegli anni dopo aver raggiunto una certa maturità, voglio rammentare alcuni fatti.


Il 5 agosto 1979 a cadere è il quinto governo Andreotti, il terzo e l’ultimo della VII legislatura. A Palazzo Chigi andrà Francesco Cossiga.
“Governo balneare” fu quello dello storico, giornalista e leader del Partito Repubblicano, Giovanni Spadolinidal 23 agosto al primo dicembre 1982, anche se Spadolini, primo primo presidente del Consiglio dei ministri non democristiano, si dimise il 13 novembre 1982.
Questo esecutivo fu detto “governo fotocopia”, perché assolutamente identico al governo, sempre presieduto da Spadolini e sempre sostenuto dalle forze del pentapartito: Dc, Psi, Pri, Psdi, Pli.
Il “governo fotocopia” durò 3 mesi e 8 giorni, un record per brevità, e cadde a causa della “lite delle comari“, un termine coniato dai giornalisti dell’epoca per indicare lo scontro politico sulla Banca d’Italia tra il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta, democristiano, e il ministro delle Finanze Rino Formica, socialista.
Nell’estate 1986 altro governo dimissionario e altro primo ministro che succede a se stesso: è Bettino Craxi che si dimette il 27 giugno per poi essere rieletto il primo agosto per il suo secondo mandato.
Anche il sesto governo Fanfani, dopo le dimissioni date il 28 aprile 1987, cadde in estate (29 luglio) e così anche il governo De Mita che due anni dopo, il 23 luglio 1989, lasciò il passo al sesto governo Andreotti, dopo essere stato caratterizzato dal conflitto continuo tra De Mita e Craxi.

Da VIKIPEDIA propongo :

La fine del centrismo ed il compromesso storico[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Compromesso storico.
Negli anni sessanta, all'indomani del miracolo economico, la DC non essendo più in grado di governare da sola aprì all'entrata dei socialisti al governo, formando il centrosinistra «organico», retto da un quadripartito DC-PSI-PSDI-PRI. A partire dagli anni settanta si verificò un graduale indebolimento elettorale dei partiti di governo. Ciò era dovuto sia a nuove forme di contestazione, avviate da quella del 1968 che in Italia, a differenza delle altre liberaldemocrazie occidentali, fu egemonizzata dall'ideologia comunista[4][5]; sia alla mancanza di alternative praticabili.
Per ovviare a questo sistema bloccato, che si basava su maggioranze sempre più deboli, prese corpo l'idea di un compromesso storico tra DC e PCI, ossia un'alleanza consociativa tra i due maggiori partiti; l'avvio di un tale progetto fu nel 1976 la fine del centrosinistra quadripartitico, e la nascita dei governi di «solidarietà nazionale» che si reggevano sull'appoggio esterno del PCI, con progressivo coinvolgimento di quest'ultimo nella maggioranza parlamentare, in vista di una sua imminente entrata nell'esecutivo. Il rapimento e l'uccisione del presidente della DC Aldo Moro (che era tra i principali sostenitori del compromesso storico), ad opera delle Brigate Rosse, fece tuttavia allontanare una simile prospettiva[6].


Gli anni ottanta e l'ascesa di Craxi[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Bettino Craxi e Lite delle comari.
Nel 1981, a causa della "lite delle comari" la Banca d'Italia, che quindi non era più tenuta ad acquistare i titoli di Stato rimasti sul mercato, il debito pubblico iniziò a salire a causa del vertiginoso aumento degli interessi sugli stessi, che arrivarono al 17%.[7] Il PSI, intanto, che si trovava ai minimi storici, schiacciato nella tenaglia del tentativo di compromesso storico tra i due maggiori partiti, chiamò a risollevare le proprie sorti il nuovo segretario Bettino Craxi, la cui ascesa politica rappresentò un fattore di innovazione nel sistema della Prima Repubblica, ormai incapace di dare risposte adeguate ai cambiamenti in atto nella società italiana[8]. Tra i principali avversari del compromesso storico, Craxi si propose di costruire un'alternativa di sinistra alla DC, che non fosse più costituita da un partito colluso con l'URSS, ma da una sinistra riformista che potesse trattare col PCI da una posizione di forza, come aveva fatto ad esempio in Francia il socialista François Mitterrand che era andato al governo con i comunisti dopo averli sfidati e superati[8].
Perché una tale prospettiva potesse realizzarsi anche in Italia occorreva però che il PSI trovasse la sua «onda lunga» che gli permettesse di scavalcare a sua volta il PCI. In attesa che questo si realizzasse, durante gli anni ottanta il PSI di Craxi tornò ad allearsi con la DC, insieme agli altri tre partiti «laici» (PLI, PRI e PSDI) per formare un pentapartito. Negli anni ottanta, inoltre, la presidenza del Consiglio andò per la prima volta a due politici non democristiani: Giovanni Spadolini (repubblicano, tra il 1981 e il 1982) e lo stesso Bettino Craxi (socialista, dal 1983 al 1987).
In questo rinnovato clima politico fu soprattutto il PSI a rafforzarsi, favorito anche dal tramonto delle ideologie che comportò un indebolimento del «voto di appartenenza» e un accrescimento del dinamismo elettorale da parte dei cittadini. Craxi, per parte sua, abbandonò ogni residuo vetero-marxista nel PSI, rinnovandone l'immagine anche nel simbolo. Il PCI invece, che manteneva intatti i legami con l'URSS, conobbe un progressivo declino. Il «sorpasso a sinistra» da parte del PSI restava tuttavia un traguardo ancora lontano; la democrazia italiana rimaneva bloccata, continuando a incentivare pratiche consociative e clientelari.
Craxi introdusse anche alcuni elementi di libero mercato[9] e fu tra i primi a parlare della necessità di riforme istituzionali[10], come ad esempio la riforma costituzionale in senso presidenzialista, sebbene egli stesso riconobbe che questi progetti resteranno alla fine un «inutile abbaiare alla luna»[11]

Ma fra una abbaio e l'altro il DEBITO PUBBLICO era volato

Contrariamente a quel che si crede, e per chi non visse di persona quegli eventi, l'inflazione non fu un fenomeno solo italiano. Nel resto dell' Europa, tranne la Germania a tassi bassi per il timore di ripetere l'esperienza post bellica di una inflazione monstre, l' inflazione fu un fenomeno condiviso , ma il divario del tasso inflattivo raggiunse proprio nell'era di  influenza craxiana l'acne divergente.




Ma a ben vedere quello che emerge con grande evidenza è l'aumento dell' inflazione dal 1973 in poi; è l'epoca in cui il PSI entra nell'area di governo ...... e se ne vedono i risultati !



    • Ora se è vero che l'inflazione comporta tassi più alti al momento della emissione dei titoli di debito pubblico, e del relativo futuro costo per interessi, è altresì vero che nel 1972 il debito pubblico rappresentato in euro era pari a 42,154 miliardi ( 84.000 miliardi di lire più o meno ) !
Non è quindi unicamente al costo del debito che deve imputarsi l'abnorme crescita dello stesso bensì all' impulso della spesa pubblica , che fu poi essenziale a quell' attività di finanziamento dei partiti nella quale, come si sente chiaramente dire nel film 
" qualcosa rimaneva attaccata alle dita "

CRAXI e quel qualcosa che restava fra le dita


E' a questa necessità che si piega il FAMELICO REGIME e che l'incremento del debito fra il 1972 ( ingresso del PSI nell'area di governo ) ed il 1992 ( il 17 febbraio scoppiò MANI PULITE ) decolla da 42,154 mld di euro a 805,681 mld.
( DA 84.000 MLD DI LIRE A 1.610.000 MLD DI LIRE )

Altro che inflazione, di vero saccheggio si trattò !

Lo spiega Bettino stesso nel film : qualsiasi cosa volevi bastava pagare " la stecca " per averlo; e da quel momento, come le cronache quotidiane ci spiegano, fu d'esempio anche per i mAGISTRATI
che, fattisi CASTA, oggi si affacciano con i loro silenzi, con le loro prescrizioni e con le loro esplicite richieste nel mercato delle vacche.

Quanto poi all'evento SIGONELLA,  all' atto  cui i fans di oggi
fanno risalire la qualifica di STATISTA ...... nel filmato spiego bene di cosa si trattò.

HAMMAMET : IL MIO COMMENTO



Per concludere dirò che salvo più o meno un decennio che vide Berlusconi alla guida del paese, l' influenza della SINISTRA  dopo gli anni del boom economico è chiara;  come chiari ne sono i risultati, non solo in Italia ma anche a Frascati e nei Castelli Romani !

IL RESTO SONO CHIACCHIERE E AMARCORD DEI NOSTALGICI COMPAGNI DI MERENDE

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