martedì 4 febbraio 2020

Grottaferrata - Bando affidamento Servizio raccolta rifiuti. Possibili anomalie procedurali?


ANCORA UNA SOSTITUZIONE DALLA PANCHINA DELL' OPPOSIZIONE SILENTE

ENTRA IN CAMPO GIAMPIERO FONTANA " LO SPIEGONE "





COMUNICATO STAMPA

Grottaferrata. Forti dubbi sull’iter procedurale del Bando di Gara per l’affido del Servizio raccolta rifiuti.

La Giunta Andreotti (meglio dire il Sindaco, visto l’approccio monocratico con cui è “gestita” la Città dal 27 giugno 2017), procede nel Bando di Gara per l’affido decennale del Servizio raccolta rifiuti, tuttora in corso, adottando atti amministrativi che denotano possibili anomalie.
Altamente rischiosa, per le potenziali conseguenze su un Servizio primario come quello dell’Igiene Urbana, la linea tenuta da Palazzo “Consoli” nella conduzione di una gara pubblica che vale oltre 32 milioni di euro (più di 70 miliardi delle vecchie lire).
Il “vizio” originario, come più volte segnalato pubblicamente dal sottoscritto, risiede nella Delibera di Giunta n. 74 del 18/7/2019 con la quale si è deciso di svolgere la gara in house, anziché tramite la Centrale Unica di Committenza dell’XI Comunità Montana (C.U.C.). Lecita la facoltà di non avvalersi della C.U.C. in forza della Legge n. 55/2019 (cd. “sblocca cantieri”), benché discutibile visto il piagnisteo sulle carenze organiche degli Uffici comunali che Andreotti va recitando dalla sua elezione. Ciò che non va è lo strumento utilizzato (Delibera di Giunta) per svolgere autonomamente le commesse pubbliche di importo superiore alla previgente soglia di affidamento diretto. La Delibera n. 74, infatti,  ha modificato gli indirizzi della Delibera del Commissario Straordinario coi poteri del Consiglio comunale n. 4 del 28/2/2017: questo il grave vulnus su cui poggia l’intera procedura di gara. Andreotti, visto il consenso bulgaro di cui dispone, avrebbe potuto portare in Consiglio comunale una Delibera in tal senso e modificare la scelta del Commissario Straordinario. Ma non l’ha fatto, nonostante la modifica di una Delibera di Consiglio comunale, a rigor di norma, compete al Consiglio medesimo e non alla Giunta.
Altra gravissima anomalia, con possibili peggiori conseguenze, consiste nelle due proroghe tecniche con cui l’Amministrazione comunale ha affidato direttamente al gestore del Servizio la possibilità di continuare a svolgere la raccolta rifiuti per ulteriori 17 mesi. Il 20/11/2018  (Determina n. 817), la prima proroga di un anno del contratto in scadenza al 25/1/2019. Il 14/1/2020 (Determina n. 15), la seconda proroga sino al 31/7/2020 (senza alcuna menzione della proroga già attuata). Due proroghe in successione del valore complessivo di euro 4.736.514,87 (quasi 9 miliardi di lire). Al riguardo, il Codice degli Appalti (art. 106, comma 11) è perentorio: la proroga è limitata al tempo strettamente necessario alla conclusione delle procedure necessarie per l’individuazione di un nuovo contraente. Ed una consolidata giurisprudenza sull’argomento (Consiglio di Stato, ANAC, ecc.), stabilisce che l’utilizzo della proroga tecnica può avvenirenei soli limitati ed eccezionali casi in cui (per ragioni obiettivamente non dipendenti dall’Amministrazione comunale) vi sia l’effettiva necessita di assicurare precariamente il servizio nelle more del reperimento di un nuovo contraente.
Nel caso di specie, le due proroghe dipendono esclusivamente dall’Amministrazione comunale e dai “balletti” del Sindaco che, a partire dal 27/4/2018 (Avviso prot. n. 16306 con cui veniva indetta manifestazione d’interesse per l’affidamento dell’incarico di progettazione del Servizio raccolta rifiuti da mettere a gara), ha inspiegabilmente atteso oltre un anno, senza decidere, fino al 2/7/2019 (Delibera di Giunta n. 61), allorquando veniva approvato il Progetto di Gara redatto dalla Società incaricata (Smart Engineering). Poi, come detto, appena due settimane dopo (18/4/2019) veniva modificato l’iter procedurale delle commesse pubbliche (utilizzando erroneamente la Delibera di Giunta), decidendo di gestire direttamente il Bando di Gara e rimettendo tutto in discussione, tanto da dover chiedere alla Smart Engineering di modificare il Progetto già approvato, causando un prolungamento dei tempi che ha fatto slittare a fine ottobre 2019  (Delibera di Giunta n. 107 e Determina n. 708), l’approvazione del nuovo Progetto di gara poi pubblicato il 12/11/2019 e scaduto il successivo 16 dicembre, a ridosso del termine (25/1/2020) della prima proroga tecnica.


In altre parole, non sussistendo ragioni obiettivamente non dipendenti dall’Amministrazione comunale bensì essendo stata proprio l’Amministrazione a causare l’allungamento dei tempi, per effetto del cambio di decisione “in corsa” (uscita dalla C.U.C.), la seconda proroga tecnica del Servizio, con scadenza 31/7/2020, è assolutamente ingiustificata e potenzialmente illegittima.
Ma non è tutto. Un cittadino residente già candidato Consigliere nella Lista de “La Città al Governo”, risultato primo dei non eletti, nei mesi scorsi ha fatto notare che l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), registra ufficialmente una percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti a Grottaferrata, nel 2018, pari al 61%,, ossia un dato inferiore di ben 4 punti rispetto al minimo di legge che i Comuni devono raggiungere (65%). Questo dato, che smentisce clamorosamente le percentuali strombazzate dal Comune (oltre il 70%), potrebbe costituire inadempienza contrattuale rispetto agli obblighi per l’esecuzione del Servizio. Il che si tradurrebbe in un Servizio svolto non sempre “in maniera efficace ed efficiente  (come dichiarato nella narrativa della Determina n. 15/2020) e, di conseguenza, nella mancanza dei previsti requisiti, per l’attuale gestore del Servizio, ai fini della partecipazione al Bando di Gara in corso. Oltre a non avere diritto ad ottenere la doppia proroga “milionaria” per la conduzione del Servizio raccolta rifiuti, nelle more della conclusione del nuovo affidamento.
Ultima riflessione, la durata decennale dell’appalto. Il Codice degli Appalti (art. 168, comma 2 - “Durata delle concessioni”), stabilisce che “per le concessioni ultraquinquennali, la durata massima della concessione non può essere superiore al periodo di tempo necessario al recupero degli investimenti da parte del concessionario individuato sulla base di criteri di ragionevolezza, insieme ad una remunerazione del capitale investito, tenuto conto degli investimenti necessari per conseguire gli obiettivi contrattuali specifici come risultante dal piano economico-finanziario. Gli investimenti presi in considerazione ai fini del calcolo comprendono quelli effettivamente sostenuti dal concessionario, sia quelli iniziali sia quelli in corso di concessione. La domanda che sarebbe lecito porsi è quali siano i criteri oggettivi individuati dall’Amministrazione comunale, nella scelta della durata decennale dell’affidamento, e se gli stessi rispettano gli obblighi di legge.
Quattro interrogativi fondamentali che denotano altrettante possibili anomalie procedurali, destando forti perplessità e preoccupazione in rapporto anche al valore milionario dell’appalto, il più alto nella storia del Comune di Grottaferrata.
Quesiti che, responsabilmente, dovrebbero porsi (e porre al Sindaco) in primis i Consiglieri comunali, ma dei quali non vi è traccia, ad eccezione di una Mozione ed un’Interpellanza da mesi in attesa di essere discusse in Aula consiliare (ma che non attengono alla gravissima questione della doppia proroga tecnica ed all’altrettanto grave situazione della percentuale di raccolta differenziata inferiore al minimo di legge).
Evidentemente (e come sempre), la tematica “non interessa” oppure si ha timore di “disturbare il manovratore”. La materia, tuttavia, è delicata e, qualora le gravi anomalie trovino (in parte o tutte) riscontro in “altre sedi”, le ripercussioni potrebbero rivelarsi pesantissime anche per la Città e per le casse comunali. Senza dimenticare la pantomima della “liberazione dell’area artigianale”, rivendicata dal Sindaco ed avvenuta a ridosso del Bando di Gara, le cui finalità potrebbero essere state “ben altre” che quelle (apparenti) di favorire lo sviluppo del Piano degli Insediamenti Produttivi. Col risultato di allontanare considerevolmente il Centro Servizi, ridislocato in località Santa Palomba (Pomezia, al km 21,7 della Via Ardeatina, distante circa 20 km da Grottaferrata), mettendo in condizioni di forte stress e disagio i lavoratori del Servizio, privati di un fondamentale supporto logistico all’interno della Città, funzionale per l’esecuzione ottimale della raccolta rifiuti, Un serio problema su cui, vergognosamente, è calato il consueto ed omertoso silenzio che tristemente avvolge Grottaferrata da oltre due anni a questa parte.

                                                                                                      Giampiero Fontana



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