ANCORA UNA SOSTITUZIONE DALLA PANCHINA DELL' OPPOSIZIONE SILENTE
ENTRA IN CAMPO GIAMPIERO FONTANA " LO SPIEGONE "
COMUNICATO
STAMPA
Grottaferrata.
Forti dubbi sull’iter procedurale del Bando di Gara per l’affido del Servizio
raccolta rifiuti.
La
Giunta Andreotti (meglio dire il Sindaco, visto l’approccio monocratico con cui
è “gestita” la Città dal 27 giugno 2017), procede nel Bando di Gara per
l’affido decennale del Servizio raccolta rifiuti, tuttora in corso, adottando
atti amministrativi che denotano possibili anomalie.
Altamente
rischiosa, per le potenziali conseguenze su un Servizio primario come quello
dell’Igiene Urbana, la linea tenuta da Palazzo “Consoli” nella conduzione di
una gara pubblica che vale oltre 32 milioni di euro (più di 70 miliardi delle
vecchie lire).
Il
“vizio” originario, come più volte segnalato pubblicamente dal sottoscritto,
risiede nella Delibera di Giunta n. 74 del 18/7/2019 con la quale si è deciso
di svolgere la gara in house, anziché
tramite la Centrale Unica di Committenza dell’XI Comunità Montana (C.U.C.). Lecita
la facoltà di non avvalersi della C.U.C. in forza della Legge n. 55/2019 (cd.
“sblocca cantieri”), benché discutibile visto il piagnisteo sulle carenze organiche
degli Uffici comunali che Andreotti va recitando dalla sua elezione. Ciò che
non va è lo strumento utilizzato (Delibera di Giunta) per svolgere
autonomamente le commesse pubbliche di importo superiore alla previgente soglia
di affidamento diretto. La Delibera n. 74, infatti, ha modificato gli indirizzi della Delibera del
Commissario Straordinario coi poteri del Consiglio comunale n. 4 del 28/2/2017:
questo il grave vulnus su cui poggia
l’intera procedura di gara. Andreotti, visto il consenso bulgaro di cui
dispone, avrebbe potuto portare in Consiglio comunale una Delibera in tal senso
e modificare la scelta del Commissario Straordinario. Ma non l’ha fatto,
nonostante la modifica di una Delibera di Consiglio comunale, a rigor di norma,
compete al Consiglio medesimo e non alla Giunta.
Altra
gravissima anomalia, con possibili peggiori conseguenze, consiste nelle due
proroghe tecniche con cui l’Amministrazione comunale ha affidato direttamente
al gestore del Servizio la possibilità di continuare a svolgere la raccolta
rifiuti per ulteriori 17 mesi. Il 20/11/2018
(Determina n. 817), la prima proroga di un anno del contratto in
scadenza al 25/1/2019. Il 14/1/2020 (Determina n. 15), la seconda proroga sino
al 31/7/2020 (senza alcuna menzione della proroga già attuata). Due proroghe in
successione del valore complessivo di euro 4.736.514,87 (quasi 9 miliardi di
lire). Al riguardo, il Codice degli Appalti (art. 106, comma 11) è perentorio:
“la proroga è limitata al tempo
strettamente necessario alla conclusione delle procedure necessarie per
l’individuazione di un nuovo contraente”. Ed una consolidata giurisprudenza
sull’argomento (Consiglio di Stato, ANAC, ecc.), stabilisce che l’utilizzo della
proroga tecnica può avvenire “nei soli
limitati ed eccezionali casi in cui (per ragioni obiettivamente non dipendenti
dall’Amministrazione comunale) vi sia l’effettiva necessita di assicurare
precariamente il servizio nelle more del reperimento di un nuovo contraente”.
Nel
caso di specie, le due proroghe dipendono esclusivamente dall’Amministrazione
comunale e dai “balletti” del Sindaco che, a partire dal 27/4/2018 (Avviso
prot. n. 16306 con cui veniva indetta manifestazione d’interesse per
l’affidamento dell’incarico di progettazione del Servizio raccolta rifiuti da
mettere a gara), ha inspiegabilmente atteso oltre un anno, senza decidere, fino
al 2/7/2019 (Delibera di Giunta n. 61), allorquando veniva approvato il
Progetto di Gara redatto dalla Società incaricata (Smart Engineering). Poi,
come detto, appena due settimane dopo (18/4/2019) veniva modificato l’iter
procedurale delle commesse pubbliche (utilizzando erroneamente la Delibera di
Giunta), decidendo di gestire direttamente il Bando di Gara e rimettendo tutto
in discussione, tanto da dover chiedere alla Smart Engineering di modificare il
Progetto già approvato, causando un prolungamento dei tempi che ha fatto
slittare a fine ottobre 2019 (Delibera
di Giunta n. 107 e Determina n. 708), l’approvazione del nuovo Progetto di gara
poi pubblicato il 12/11/2019 e scaduto il successivo 16 dicembre, a ridosso del
termine (25/1/2020) della prima proroga tecnica.
In
altre parole, non sussistendo “ragioni
obiettivamente non dipendenti dall’Amministrazione comunale” bensì essendo
stata proprio l’Amministrazione a causare l’allungamento dei tempi, per effetto
del cambio di decisione “in corsa” (uscita dalla C.U.C.), la seconda proroga
tecnica del Servizio, con scadenza 31/7/2020, è assolutamente ingiustificata e potenzialmente
illegittima.
Ma
non è tutto. Un cittadino residente già candidato Consigliere nella Lista de
“La Città al Governo”, risultato primo dei non eletti, nei mesi scorsi ha fatto
notare che l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale), registra ufficialmente una percentuale di raccolta differenziata
dei rifiuti a Grottaferrata, nel 2018, pari al 61%,, ossia un dato inferiore di
ben 4 punti rispetto al minimo di legge che i Comuni devono raggiungere (65%). Questo
dato, che smentisce clamorosamente le percentuali strombazzate dal Comune
(oltre il 70%), potrebbe costituire inadempienza contrattuale rispetto agli
obblighi per l’esecuzione del Servizio. Il che si tradurrebbe in un Servizio
svolto non sempre “in maniera efficace ed
efficiente” (come dichiarato nella
narrativa della Determina n. 15/2020) e, di conseguenza, nella mancanza dei
previsti requisiti, per l’attuale gestore del Servizio, ai fini della partecipazione
al Bando di Gara in corso. Oltre a non avere diritto ad ottenere la doppia
proroga “milionaria” per la conduzione del Servizio raccolta rifiuti, nelle
more della conclusione del nuovo affidamento.
Ultima riflessione, la durata
decennale dell’appalto. Il Codice degli Appalti (art. 168, comma 2 - “Durata
delle concessioni”), stabilisce che “per
le concessioni ultraquinquennali, la durata massima della concessione non può
essere superiore al periodo di tempo necessario al recupero degli investimenti
da parte del concessionario individuato sulla base di criteri di
ragionevolezza, insieme ad una remunerazione del capitale investito, tenuto
conto degli investimenti necessari per conseguire gli obiettivi contrattuali
specifici come risultante dal piano economico-finanziario. Gli investimenti
presi in considerazione ai fini del calcolo comprendono quelli effettivamente
sostenuti dal concessionario, sia quelli iniziali sia quelli in corso di
concessione”. La domanda che sarebbe lecito porsi è quali siano i criteri
oggettivi individuati dall’Amministrazione comunale, nella scelta della durata
decennale dell’affidamento, e se gli stessi rispettano gli obblighi di legge.
Quattro interrogativi
fondamentali che denotano altrettante possibili anomalie procedurali, destando forti
perplessità e preoccupazione in rapporto anche al valore milionario
dell’appalto, il più alto nella storia del Comune di Grottaferrata.
Quesiti che, responsabilmente,
dovrebbero porsi (e porre al Sindaco) in
primis i Consiglieri comunali, ma dei quali non vi è traccia, ad eccezione
di una Mozione ed un’Interpellanza da mesi in attesa di essere discusse in Aula
consiliare (ma che non attengono alla gravissima questione della doppia proroga
tecnica ed all’altrettanto grave situazione della percentuale di raccolta
differenziata inferiore al minimo di legge).
Evidentemente (e come sempre), la
tematica “non interessa” oppure si ha timore di “disturbare il manovratore”. La
materia, tuttavia, è delicata e, qualora le gravi anomalie trovino (in parte o
tutte) riscontro in “altre sedi”, le ripercussioni potrebbero rivelarsi
pesantissime anche per la Città e per le casse comunali. Senza dimenticare la
pantomima della “liberazione dell’area artigianale”, rivendicata dal Sindaco ed
avvenuta a ridosso del Bando di Gara, le cui finalità potrebbero essere state
“ben altre” che quelle (apparenti) di favorire lo sviluppo del Piano degli
Insediamenti Produttivi. Col risultato di allontanare considerevolmente il
Centro Servizi, ridislocato in località Santa Palomba (Pomezia, al km 21,7
della Via Ardeatina, distante circa 20 km da Grottaferrata), mettendo in
condizioni di forte stress e disagio i lavoratori del Servizio, privati di un
fondamentale supporto logistico all’interno della Città, funzionale per l’esecuzione
ottimale della raccolta rifiuti, Un serio problema su cui, vergognosamente, è
calato il consueto ed omertoso silenzio che tristemente avvolge Grottaferrata
da oltre due anni a questa parte.
Giampiero
Fontana
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