domenica 30 agosto 2020

REFERENDUM CONFERMATIVO : votare SI o votare NO ?


STO STUDIANDO PER FARMI UNA IDEA CHE PORTI AD UN VOTO CONSAPEVOLE



Poi la scelta non si rivelerà, nel tempo, corretta; può accadere !

Se si riuscisse per un momento a dimenticare gli schieramenti politici favorevoli e quelli contrari; se si riuscisse ad estraniarsi dalle " piazze ", dalle " correnti ", dagli " interessi particolari " già sarebbe un grande risultato.

Il numero dei parlamentari è un vecchio argomento del quale la maggioranza del popolo italiano ignora l'età.

Quanto più è grande il numero dei componenti un’Assemblea,tanto più essa diventa incapace ad attendere all’opera legislativa”.

Queste parole, tratte dai verbali della Costituente 1946-1947, non sono state pronunciate da un sostenitore di un regime dittatoriale o autoritario,bensì dal liberale Luigi Einaudi, il futuro Presidente della Repubblica,il quale ( come i repubblicani Giovanni Conti e Tomaso Perassi ed altri illustri antifascisti) era favorevole ad una Camera dei Deputati formata da 300 o 400 membri( o 1 deputato ogni 150.000 abitanti ).

Questo è emerso dal passato nel corso della mia ricerca; ma c'è dell' altro.

Nel 1970 vennero istituite le REGIONI alle quali venne delegato il disbrigo di tante incombenze prima di competenza dello Stato Centrale.


 "Ogni regione è un ente territoriale con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione, come stabilito dall'art. 114, secondo comma del testo. Le regioni non sono considerate enti locali (comuni, province, ecc.) disciplinate invece dal Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (TUEL) "


" Le regioni sono in numero di venti e, a eccezione della Valle d'Aosta e del Friuli-Venezia Giulia, sono ripartite in enti di area vasta, che possono essere di due tipi: le 88 province (tra cui 2 autonome del Trentino-Alto Adige e 6 liberi consorzi comunali siciliani) e le 14 città metropolitane. "

Mediando a 50 consiglieri la loro composizione, circa 1.000 individui attendono al bene comune.


comuni d'Italia sono 7903, al 30 Luglio 2020[1].

Mediando ad un valore di 20 consiglieri la composizione di ogni Consiglio Comunale, possiamo dire che solo in questi ENTI LOCALI circa 160.000 individui attendono alla gestione democratica del bene comune.



" Le città metropolitane sono quattordici "enti territoriali di area vasta" che hanno sostituito le province omonime.
La Legge 7 aprile 2014 n.56 (Legge Delrio[1]) disciplina le dieci città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, i cui territori coincidono con quelli delle preesistenti province: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria.
A queste si aggiungono le quattro città metropolitane delle regioni a statuto speciale: Cagliari, Catania, Messina, Palermo "


Anche qui, mediando a 50 membri la loro rappresentanza, abbiamo circa  700 addetti alla gestione della RES PUBLICA.

Parliamo di circa 162.645 addetti alla amministrazione pubblica e alla politica ovvero alla DEMOCRAZIA.

Personalmente non vedo la differenza fra 160.000 e 165.000 pensate se posso accalorarmi fra 600 e 945 !

FIN QUI L'ASETTICITA' DEI NUMERI

Poi arrivano i problemi veri che ingessano questo paese.

Regolamenti Parlamentari

Ma vi pare normale che un parlamentare eletto sotto un simbolo e dietro un programma da attuare nel corso della legislatura, diventi ad un certo punto, e forse a ragione , dissenziente e passi al GRUPPO MISTO o ad altro PARTITO ? 

Mi fermo a questo non essendo adeguatamente preparato sull' argomento; sento tuttavia che tutti invocano la revisione degli stessi, un diverso ruolo delle due Camere e di certo c'è che se mai si comincia, mai si arriva.

Altrettanto ovvio è che ad un organismo malato di elefantiasi non si possano chiedere scatti felini.



DECRETI ATTUATIVI

Traggo da OPENPOLIS la definizione di questo segmento che rende effettiva e applicabile una legge.

E' in questa fase che interviene la BUROCRAZIA responsabile di


Definizione

Il processo legislativo in Italia è complesso e lungo, e coinvolge numerosi attori. Comunemente si pensa solo al parlamento. Qui le proposte di legge, e il tanto lavoro in aula e nelle commissioni, contribuiscono in maniera imprescindibile alla formazione delle norme che regolano la vita nel nostro paese. Ma si tratta solo di una prima parte dell’iter, che possiamo definire “il primo tempo” delle leggi. Dopo l’attività di parlamento e governo comincia infatti un secondo tempo, altrettanto importante, ma più lungo e complesso. Spesso infatti aspetti pratici, burocratici e tecnici necessari per applicare e implementare le leggi sono affidati ad altri soggetti istituzionali, principalmente i ministeri. Questi si devono occupare dei cosiddetti decreti attuativi, provvedimenti necessari per completare gli effetti della norma stessa.

Dati

Delle 352 leggi approvate dal nostro parlamento nella XVII legislatura, 88 (il 25%) hanno richiesto almeno un decreto attuativo. A queste 88 leggi vanno aggiunti 126 decreti legislativi, per un totale di 214 atti. Atti che hanno richiesto l’adozione di 1.735 decreti attuativi per essere completati. A questo punto dell’iter normativo, la palla, come abbiamo detto, passa ai ministeri e ai vari attori coinvolti nella fase di attuazione delle leggi. Il ministero più sollecitato nel corso della XVII legislatura è stato quello dell’Economia e delle finanze, responsabile per l’adozione di 433 decreti attuativi, il 24,81% del totale. Molto più distanziati gli altri ministeri, nello specifico sul podio troviamo anche: il ministero del Lavoro e politiche sociali (157 decreti – 9% del totale) e quello dell’Istruzione (140 decreti – 8% del totale). Non solo si assiste a un moltiplicarsi degli attori coinvolti nell’iter, ma anche a un aumento degli strumenti necessari per la piena implementazione delle norme. Dei 1.735 decreti attuativi previsti da leggi e decreti legislativi approvati nella XVII legislatura, ne sono stati adottati 1.069 (il 61,61% del totale). La stragrande maggioranza di essi, 722 su 1.069 (67,54%), sono stati decreti ministeriali, ma sono stati molto ricorrenti anche i decreti del Presidente del consiglio dei ministri (16,09%), i provvedimenti direttoriali (9,26%), i decreti del Presidente della Repubblica (2,62%), le deliberazioni Cipe (1,50%) e infine i decreti ad interim approvati da due ministeri congiuntamente (1,22%). In totale per la piena implementazione delle leggi e dei decreti legislativi approvati nella XVII legislatura sono stati a oggi coinvolti più di 20 attori extra parlamentari, che hanno adottato 17 diverse tipologie di atti.

Analisi



Si tratta di una fase molto particolare dell’iter legislativo, per due motivi. L’azione si sposta dal parlamento ai numerosi uffici competenti e le dinamiche politiche lasciano il posto a quelle burocratiche e tecniche. Inoltre i tipi di atti e di iter coinvolti si moltiplicano. In aula si parla di disegni di legge (ddl), emendamenti e leggi, mentre nel secondo tempo, quello degli uffici, si passa a decreti ministeriali, decreti del presidente della repubblica, provvedimenti direttoriali, deliberazioni cipe, protocolli d’intesa, linee di indirizzo, documenti di programmazione e altro ancora. Passaggi naturali del processo di attuazione delle leggi approvate dal parlamento, che però rendono molto difficile monitorare l’implementazione delle norme e capire chi sia responsabile della mancata o cattiva applicazione dei provvedimenti. La moltiplicazione dei soggetti coinvolti compromette l’accountability delle istituzioni, come viene definita la responsabilità di rendere conto ai cittadini e metterli così in condizione di capire e giudicare consapevolmente. Un monitoraggio reso complicato anche dalla poca, o meglio incompleta, trasparenza del governo in materia. Durante il governo Monti il ministro Dino Piero Giarda ha introdotto le prime relazioni sullo stato di attuazione dei provvedimenti dell’esecutivo. Con il governo Renzi, e poi con quello Gentiloni, questi report sono diventati periodici, con cadenza mensile o bimensile. Pubblicazioni che, per quanto preziose, erano da considerare solo un punto di partenza, in quanto limitate rispetto alla complessità della materia, sia per la natura e che per il formato dei contenuti diffusi.

ORA ANDATE A VOTARE !

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