martedì 27 aprile 2010
27/04/2010 - giro di vite sul commercio: E' ARRIVATA LA LEGA !
Centri commerciali, colpo di scure sulle nuove licenze
Otto le istanze sotto esame negli uffici della Regione
La Regione: «Pronti a bloccarle tutte»
maurizio tropeano
torino
Revoca dei procedimenti esistenti per il rilascio delle autorizzazioni per le grandi strutture di vendita e blocco delle istanze non ancora concluse. Su proposta dell’assessore al Commercio, William Casoni, la giunta regionale guidata da Roberto Cota ha deciso di porre un freno alla costruzione dei grandi centri commerciali. Una sospensione che varrà nel futuro - a breve sarà preparata una legge di programmazione ad hoc - e che nell’immediato porta ad un’attenta verifica di otto domande di ampliamento e/o costruzione sparse in tutto il Piemonte. Due richieste sono legate a licenze per alimentari e le altre 6 per l’extra alimentare.
Toccherà agli uffici regionali dell’assessorato mettere in pratica le indicazioni politiche dell’assessore verificando lo stato di avanzamento delle procedure per evitare eventuali iniziative legali delle aziende. Si tratta di istanze che non sono ancora arrivate all’esame della conferenza dei servizi. Otto i comuni interessati: Rivalta, Orbassano e Moncalieri in provincia di Torino. E poi Alba, Valdengo e Quaregna nel biellese; Crescentino e Vercelli città.
Tra oggi e domani si saprà quali di queste richieste avrà superato l’esame degli uffici, la sospensione potrebbe scattare per 3 o 4 domande. Al di là dei numeri, però, quel che conta è il segnale politico che la giunta vuole lanciare: «Abbiamo ritenuto estremamente importante - spiega l’assessore Casoni - inviare da subito un segnale chiaro del cambio di rotta e di una maggiore attenzione della nuova Amministrazione nei confronti del commercio».
Del resto Casoni, incontrando una foltissima delegazione degli ambulanti che protestavano contro l’applicazione della Bolkestein aveva promesso un intervento immediato. E ieri nella riunione della giunta sono state revocate due precedenti delibere dell’esecutivo (la prima della giunta Ghigo e la seconda approvata alla fine di marzo di quest’anno dalla giunta Bresso) perché «necessitano di maggiore e più efficace coordinamento» con la programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa.
L’assessorato, poi, dovrà valutare l’esistenza di un possibile «contrasto con l'utilità sociale richiamati dall’articolo 41 della Costituzione per i casi di autorizzazione, trasferimento, variazione della superficie di vendita degli esercizi commerciali». Spiega ancora Casoni: «L’eccessiva proliferazione di grandi centri commerciali negli ultimi anni ha segnato con profonda negatività il piccolo commercio e la vita sociale dei centri storici in tutto il Piemonte, dalle grandi località fino nei più piccoli paesi delle nostre provincie». Dieci anni fa in tutto il Piemonte esistevano 52 medie strutture di distribuzione e 32 della grande per complessivi 370.281 metri quadrati. Nel 2008 il numero delle grandi strutture ha superato quello delle medie 101 a 97 per 862.651 metri quadrati.
Il provvedimento è stato accolto con molta preoccupazione dai rappresentanti della grande distribuzione. Savino Russo, delegato Federdistribuzione di Torino, sottolinea la necessità di aprire un tavolo con la Regione per «ragionare insieme sulle prospettive di crescita di un settore che può portare occupazione».
Giancarlo Gonella, presidente Associazione Regionale Cooperative di Consumo, aggiunge: «Avevamo accolto con favore che la nuova Giunta ponesse lavoro e occupazione al primo posto del proprio impegno: ebbene, qui ci sono prospettive di lavoro per nuovi dipendenti e per l'indotto che ne consegue (migliaia di aziende grandi e piccole) che vengono "congelate"».
La Stampa 27/04/2010
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