sabato 3 aprile 2010
LEASING SCADUTO: EMMA AI BOX, DI PIETRO AL COMANDO !
Di Pietro al Pd: "Serve un leader per nuovo Cln" ore 19:00
Il leader dell'Italia dei Valori mette in riga il Pd e manda un messaggio chiaro a Bersani: "Faccia pulizia nel partito e poi troviamo un leader per un nuovo comitato di Liberazione Nazionale. Una figura di altro profilo e di pacificazione"
E' aperta la discussione sul nome del nuovo partito e sul leader di altro profilo e di pacificazione
Io proporrei " RES NOVA "
SE ANCHE FINI E CASINI VOGLIONO RESUSCITARE
da IL GIORNALE
Telefonata ieri fra Berlusconi e Fini. Scambio di auguri pasquali. Mi sembrava che nessuno dei due fosse fervente cattolico. Ma va bene lo stesso: in mancanza di fede è gradita anche una punta di ipocrisia. In fondo le feste, quella di oggi in particolare, offrono l’occasione per dire cose che non si pensano, ma con sincerità. A forza di mentire, qualche volta ci convinciamo che le nostre bugie siano la verità e ci comportiamo di conseguenza. È così che migliora l’umore. Chissà che entrambi i leader del Pdl si accorgano come sia bello, e soprattutto utile, andare d’accordo anche solo per finta. Se poi scoprissero che è perfino conveniente, un problema sarebbe risolto: non dovremmo più occuparci delle loro beghe e ci risparmieremmo le sberle dell’uno e dell’altro.
Walter Veltroni, dopo aver riposato un anno, è stanco di stare con le mani in mano e cerca di rientrare dalla finestra nel partito da cui era uscito dalla porta. Intanto Bersani rischia di essere licenziato da quelli che in tivù hanno detto, a spoglio appena avvenuto, di essere molto contenti perché il Pd ha vinto le elezioni. Adesso i democratici alzano la voce: «Questo partito non si sa cosa sia». E Antonio Di Pietro, cupo, dell’Italia dei valori, afferma che nella sinistra bisogna fare pulizia e identificare un nuovo leader, un personaggio affidabile. Visto che in poco tempo il Pd ha avuto tre segretari - Veltroni, Franceschini e Bersani - chi può essere il quarto uomo decisivo per la rinascita rossa? Di Pietro, ovvio.
Nell’eventualità, il bipolarismo sarebbe perfetto, due blocchi contrapposti: uno di destra, guidato da Silvio, e uno di sinistra, guidato da Tonino, noto per le sue posizioni di ultradestra, come ben sa Mirko Tremaglia che fu sul punto di arruolarlo nel Msi. In una simile confusione, c’è ancora chi si domanda perché il Partito democratico non riesca a sfondare. Può solo affondare.
Anche l’Udc a caldo aveva espresso, per bocca di Buttiglione, grande soddisfazione per il risultato raggiunto alle Regionali, essendo stato determinante nell’ascesa di alcuni governatori. A meno di una settimana dal fasullo trionfo, Buttiglione è scomparso; e questa almeno per noi sarebbe una buona cosa se non temessimo che il filosofo ricompaia presto. La minaccia è seria. Ogni volta che Buttiglione perde, infatti, cambia partito o si trasferisce da una coalizione all’altra.
Stando alla regola «primum vivere», presto egli si trasferirà nel centrodestra. Forse è già intento a preparare le valigie. Non sarà l’unico dell’Udc a tornare all’ovile; suppongo ci tornerà con tutto il partito, Pier Ferdinando Casini in testa che, a quanto si dice, è rimasto ammirato dalla capacità di Berlusconi di sedurre gli elettori nei momenti difficili.
Morale.
Il Cavaliere avrà tanti difetti, ma è meglio averlo amico che nemico. Chi gli volta le spalle, sarà un caso, non va lontano e se non fa marcia indietro finisce nei guai o nel dimenticatoio. La storia insegna: Bossi fece il ribaltone e ribaltò, poi capì di aver sbagliato e riparò; ora è decollato. Dotti sgarrò, scese dal palcoscenico; e chi l’ha visto più? Follini si ribellò, approdò all’altra sponda e buona notte. Mastella si sganciò e sappiamo i guai che ha avuto. Su Fini non mi pronuncio sennò mi manda un’altra boccetta di Valium. E a Casini, nell’augurargli buona Pasqua, consiglio amichevolmente: spicciati prima che sia troppo tardi.
Se sono rientrato al Giornale ci sarà pure un motivo. Buona colomba a tutti.
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