lunedì 13 giugno 2011

Ormai giunti a 18 giorni dal Direttivo-Subprime, mi scrive Paolo Pellicciari. Indovinate di cosa parla ? Dell'Ospedale di Frascati

Siamo giunti al 18° giorno dalla riunione del DIRETTIVO SUBPRIME che ha deciso di sospendere per 30 giorni il consigliere Mirko Fiasco ed ancora non è dato sapere il numero dei presenti deliberanti. La lettera al Collegio Regionale dei Probiviri, unico organismo statutariamente munito del potere d'irrogare una sanzione, è pressochè certo che sia arrivata a destinazione. Diciamo che sia stata ricevuta il 1° giugno 2011. A norma dell'art. 45 dello STATUTO del PDL , il Procedimento disciplinare non può durare oltre 30 giorni. Dal 1° luglio, quindi, inizieremo a chiedere quale sarà stata la pena comminata in primo grado, contro la quale è, eventualmente, proponibile ricorso entro 10 giorni dalla notifica !

E DOMANI C'E' CONSIGLIO COMUNALE ! Stando ai TAM-TAM, se ne dovrebbero sentire di belle !


TANTO PER NON PASSARE PER CRETINO.

Credo che i miei concittadini di Frascati debbano conoscere le motivazioni per le quali il nostro “glorioso” Ospedale, con il Pronto Soccorso, rischia la imminente chiusura. Vestendo i panni del cronista, credo sia opportuno informare i cittadini del perché chiuderà il pronto Soccorso dell'Ospedale di Frascati.

Veniamo ai fatti: leggo ai primi di ottobre 2010 che si sta preparando il riordino del sistema sanitario della Regione Lazio a causa del passivo economico di notevoli proporzioni accumulato negli anni. Parlando del più e del meno con un amico, vengo a sapere che “l'ospedale paga l'affitto”. La pulce nell'orecchio, mi diceva di verificare, perché la cosa mi sembrava anomala. Così, mi sono recato da un amico geometra per controllare tramite una visura catastale la proprietà dell'immobile. Di fatti, l'area Ospedaliera di Frascati, come altre, risultava intestata ad una Società per Azioni, la SAN.IM SpA, istituita con LR del n°16 del 03/8/2001.

La società, diventa proprietaria di 49 Ospedali del Lazio. Come si dice: “Chi cerca trova” e scopro tutto l'arcano. La Regione Lazio nel 2001 mette in piedi un'operazione detta “Cartesio” per finanziare il servizio sanitario al collasso economico. Nel sistema entrano 4 banche. Lehman Brothers 25% Unicredit 25% Banca BNL 25% JP Morgan 25%. Arrivando ai giorni nostri i cittadini si sono trovati con un debito sanitario piuttosto elevato che dal 2001 a oggi nessuno ha pensato di ridurre pianificando la spesa e i servizi sanitari, riorganizzando il settore e soprattutto eliminando gli sperperi. La neo eletta Sig.ra Polverini è costretta dal Governo a drastici tagli alla pesa sanitaria in modo approssimativo e scomposto, scaricando sui cittadini i disagi e i rischi del servizio sanitario per la riduzione dei posti letto e la chiusura di Ospedali di cui, alcuni ad alta specializzazione.

Del provvedimento siamo vittime anche noi cittadini di Frascati a causa della possibile chiusura del nostro Ospedale S. Sebastiano. Ai primi di ottobre 2010 mando una mail a tutti i Consiglieri Comunali, avvertendoli delle novità sanitarie che riguardano anche il nostro ospedale. Merita menzione Giuseppe Privitera, che è l'unico che mi risponde, a suo modo, chiedendomi lumi su quello che avevo scritto, per sottoporlo al Consiglio Comunale. Naturalmente mando tutto il materiale a mia disposizione, per renderlo edotto sulle problematiche e per argomentare in modo compiuto.

L'11/10/2010 si tiene un Consiglio Comunale per discutere sul destino dell'Ospedale di Frascati. Nell'occasione hanno partecipato anche i Sindaci dei Comuni limitrofi. Diversi interventi si sono succeduti, tanto da impegnare una giornata di lavoro. Interessante l'intervento del Sindaco che ha ripercorso la storia dell'ospedale dalla sua costituzione ad oggi, (non è stato citato Giovanni Ianari, di cui bisogna chiedere a Paoletti che fine abbia fatto il busto) ringraziando al contempo, una per una, le Associazioni operanti nel territorio.

“Una sorta di necrologio”. Leggendo il verbale del Consiglio, si avverte la mancanza di coordinazione e di intenti tra i gruppi Consiliari, ma quello che sorprende è che nessuno abbia articolato strategie di tutela del nosocomio o abbia proposto iniziative di ordine legale o procedurale. Evito di dare giudizi sulla qualità degli interventi, non è questa la sede. Il tutto si conclude con due ordini del Giorno; il primo “condiviso” coordinando un tavolo di concertazione per trovare la quadra sulle iniziative da intraprendere, e un altro scaturito dalla discussione presentato dal consigliere Conte, (PDL) finalizzato all'istituzione un Assessorato alla Sanità per coordinare le iniziative a tutela del nostro ospedale.

A questo punto il PD chiede una sospensione; si riunisce per prendere una decisione, ma al rientro fa mancare il numero legale e finisce il Consiglio Comunale senza indirizzo politico e senza strategia. (evito di fare commenti) A quel punto mi sono cadute le braccia e mi sono domandato a chi stiamo in “mano”. Era evidente che non c'era e non c'è, la volontà politica di “salvare” l'Ospedale di Frascati, altrimenti si sarebbe concluso con un “indirizzo” politico e tecnico. Certo è che è mancato il ruolo del Sindaco. Prima del consiglio Comunale avrebbe dovuto mettere sotto torchio l'avvocatura; perchè non è stato interpellato un Docente di Diritto Amministrativo per trovare una soluzione? A che servono gli Avvocati?

Questo evidenzia che non c'era, non c'è e non ci sarà la volontà politica di salvaguardare l'Ospedale. Tanto da farsi scadere i termini di 60gg per il ricorso gerarchico al TAR. Mentre Bracciano il 31/12/2010, al contrario di Frascati, ha presentato il ricorso gerarchico al TAR. Nel dibattimento sul ricorso di Bracciano i giudici aprono una sospensione per interpellare la Regione sulle motivazioni adottate per il loro Ospedale.

In data 21 aprile il Tar ritiene insufficienti le motivazioni e sentenzia a favore del Comune di Bracciano.

E a Frascati?

Tutto tace! Nel frattempo scrivo un paio di Lettere Aperte, apro una polemica anche con Privitera. Credo che qualche pressione sia scaturita tanto da consigliare Il Sindaco a correre ai ripari. Scaduti i termini di 60 gg per il ricorso gerarchico al TAR, rimane la procedura più “ardita e difficile” quella di proporre il “Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica”.

Così il 24/02/2011 con atto n° 12 la giunta delibera di autorizzare il Sindaco a procedere al ricorso avverso al decreto n° 80 del 30/09/2010 della Regione Lazio e la nomina degli avvocati. A questo punto devo spiegare la procedura sul Ricorso “Straordinario Al Presidente della Repubblica” ( Privitera aveva omesso “straordinario” e mi ha fuorviato)

Il ricorso va proposto entro 120 giorni dalla notificazione o piena conoscenza del provvedimento. Va notificato entro il termine predetto ad almeno uno dei contro interessati (coloro che hanno un interesse contrario a quello del ricorrente, il quale impugna l’atto e ne chiede l’annullamento mentre il contro interessato che ha un vantaggio da quell’atto ha una posizione che collima con quella dell’amministrazione, cioè difende l’atto perché gli dà un vantaggio) e presentato con la prova della notifica all'organo che ha emanato l'atto o al ministero competente. Se presentato all'organo che ha emanato l'atto questo lo trasmette immediatamente al Ministero competente.
Terminata l'istruttoria del Ministero entro 120 giorni dal termine per presentare le deduzioni da parte dei contro interessati, il gravame viene trasmesso al Consiglio di Stato per il parere. Decorsi 120 giorni dal predetto termine il ricorrente può fare domanda al Ministero per sapere se la documentazione è stata trasmessa al Consiglio di Stato; in caso di negativa o mancata risposta potrà lui stesso provvedere alla trasmissione.

La decisione viene emanata sotto forma di decreto su proposta del Ministero e in seguito al parere obbligatorio e, per gli effetti della legge n.69/2009, vincolante del Consiglio di Stato. Il ricorso sarà emanato con decreto Presidente della Repubblica.

Va da se che la procedura richiederà mesi se non più di qualche anno. E che finisce qua? Ve lo credete! Presentato il ricorso dal Comune di Frascati, il Comune di Marino ne viene a conoscenza e a sua volta presenta ricorso al TAR contro il ricorso del Comune di Frascati.

Il Comune di Frascati con atto n° 34 del 13/04/2011 emana un'altra delibera per autorizzare il Sindaco a depositare l'atto di costituzione i giudizio al TAR con relativa nomina del difensore. Non ci vuole la palla di cristallo per capire che il Comune di Frascati è entrato in un “labirinto” giuridico dove sarà difficile individuare l'uscita, ma soprattutto come se ne esce. E anche se dovesse vincere, non avendo chiesto la sospensiva, il Pronto Soccorso potrebbe essere chiuso come previsto dal Piano Sanitario approvato dal Governo.

Aveva ragione Machiavelli. Il Fine Giustifica i Mezzi. Mi domando quale “fine” c'è dietro la “manovra”?

La telenovella continua, fuori “tempo massimo”.

Il PDL organizza due Sit-In: uno all'Ospedale e uno a piazza S.Pietro a sostegno del Pronto Soccorso. Ho sollecitato qualche iniziativa, ma più di qualche presente, arroccandosi su nozioni di diritto amministrativo, le ha tutte bocciate.

Quello che mi ha meravigliato, è il leggere sul Mamilio una lettera di solidarietà agli organizzatori del Sit-In sotto l'egida del PDL. Certo fa pensare, e mi da spunto per una “seconda puntata”. Come mi è sembrato preoccupante scrivere una lettera al Direttore Sanitario dell'ospedale di Tor Vergata per vedere se fosse in grado di sostenere gli utenti provenienti del pronto Soccorso di Frascati. Un evidente “preludio” alla chiusura del nostro Pronto Soccorso.

Grazie Sindaco.

Paolo Pellicciari

12/06/2011

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