venerdì 23 settembre 2011

IRISBUS : una storia tutta politico-italiana. Una STORIA BUFFA !


Mercoledi 21 settembre c'erano anche i dipendenti della IRISBUS a Piazza Montecitorio. La IRISBUS è un'azienda di proprietà del GRUPPO FIAT; produce autobus. Mi dicono sia l'unica in Italia che li produce. Come ascolterete nei filmati, come avrete letto sulla stampa o ascoltato nelle televisioni, dall'oggi al domani la FIAT decide di mollarla. Non ci sono ordini, non c'è produzione da mettere in cantiere.

Ecco perchè erano qui,le maestranze aziendali e i Sindaci dell'interland interessato.

Dipendenti della IRISBUS ospiti del gazebo PRESIDIO MONTECITORIO


Cerco di capire; intervisto qualche Sindaco, parlo con gli operai : " Quanto fattura l'IRIBUS ?". " Non saprei " mi risponde un Sindaco, " Non lo so" mi rispondono due o tre operai.

http://www.youreporter.it/video_Presidio_Montecitorio_IRISBUS_una_storia_BUFFA


" L'Italia rischia una multa dalla UE - mi dice uno dei sindaci - per ben 1,5 miliardi di euro a causa del parco obsoleto ed inquinante del trasporto pubblico ".

http://www.youreporter.it/video_Presidio_Montecitorio_Il_Sindaco_di_Flumeri_su_IRISBUS


" Siamo in perdita da diversi anni " riesco a sapere da un dipendente.

LA STORIA DI IRISBUS

L'Irisbus è un'azienda europea che produce autobus e filobus. La sua sede principale è a Lione, in Francia, poiché fino al 2000 l'azienda era di proprietà italo-francese, controllata in modo paritetico da Fiat-Iveco e Renault Véhicules Industriels. Attualmente l'azienda era controllata al 100% da Iveco, e quindi dal Gruppo Fiat Industrial. Poi accade che.........

Scrive IL MESSAGGERO sull'argomento :

La Fiat chiude lo stabilimento dell'Irisbus
Mille posti di lavoro a rischio


Chiude lo stabilimento Irisbus di Valle Ufita, in provincia di Avellino. Lo ha stabilito la Fiat dopo la rinuncia del Gruppo De Risio all'acquisto della fabbrica di autobus che impiega oltre mille persone. Il gruppo dell'imprenditore molisano aveva annunciato ieri l'intento di rinunciare all'acquisto.

«Di fronte all'impossibilità di portare a termine l'unica soluzione individuata, che consentiva l'avvio di una nuova iniziativa imprenditoriale ed industriale per assicurare continuità al sito - spiega Irisbus Italia, società dell'Iveco, che fa capo alla Fiat - l'azienda sarà costretta, suo malgrado, ad avviare le procedure consentite dalla legge per cessare le attività dello stabilimento». Irisbus Italia «si rammarica del fatto che le strumentalizzazioni sviluppatesi su questa vicenda non abbiano nemmeno consentito la verifica della nuova soluzione industriale delineata, che avrebbe garantito prospettive di occupazione e di reddito».

La società ricorda poi di avere subito «molto duramente gli effetti della grave crisi che ha colpito il mercato degli autobus urbani in Italia, le cui immatricolazioni si sono drammaticamente ridotte. Ciò ha determinato una progressiva e costante contrazione dei volumi produttivi dello stabilimento, che sono passati dai 717 veicoli del 2006 ai soli 145 autobus, di cui meno di 100 urbani, dei primi sei mesi del 2011. Due mesi di approfondimenti ed incontri, anche mediante l'istituzione di tavoli tecnici ad hoc, hanno confermato - conclude Irisbus Italia - che la situazione attuale delle gare e le previsioni per il medio periodo continuano ad evidenziare un trend di forte contrazione della domanda, peraltro fortemente condizionata, nell'attuale congiuntura, dalla scarsità di fondi pubblici, che non consente di mantenere un'offerta competitiva e di proseguire l'attività industriale dello stabilimento di Valle Ufita».


Sempre sull'argomento si scatena l'opposizione.

PD E BERSANI: LA DECISIONE DEVE ESSERE REVOCATA - «La decisione della Fiat di chiudere lo stabilimento Irisbus della Valle Ufita è un atto gravissimo in un territorio già teribilmente colpito dalla crisi che lo attanaglia tutto il Mezzogiorno». Così il senatore Enzo De Luca e la presidente del gruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama Anna Finocchiaro, ai quali si aggiungono tutti i parlamentari campani, Teresa Armato, Alfonso Andria, Annamaria Carloni, Maria Fortunata Incostante, in merito all'annuncio del Lingotto di cessare le attività nella fabbrica della società dell'Iveco in provincia di Avellino. «Questa decisione va assolutamente revocata» sottolineano i senatori Pd, cui fa eco il segretario Bersani alla Camera: «Se Fiat non ha più intenzione di investire, si cerchi un attore industriale vero, che sappia cosa sono gli autobus perché è assurdo ed inaccettabile chiudere un’azienda come quella in Valle Ufita».

Mentre leggo queste dichiarazioni penso : Investire per cosa se il prodotto non si vende ? Ma c'è qualcuno che ragioni in termini industriali ? Ma c'è qualcuno che parli di numeri, neri o rossi che siano ? Ma è vero o no che pagheremo una multa di 1,5 miliardi di euro...... il controvalore di 6.000 autobus ?

Eccola la CASTA : SINDACI, PARLAMENTARI, GOVERNO, OPPOSIZIONE...... dichiarazioni di principio, come sempre, scollate dalla realtà, dai numeri e dalla pelle degli operai. LORSIGNORI pensano sempre che altro non siano che POPOLO BUE !

Nessun commento:

Posta un commento