La Cancelliera slalomista : Oggi nein........ domani........
LA BURRASCA NON è FINITA. DOBBIAMO ANCORA VEDERE IL DEFAULT DELLA GRECIA.
Intanto qualche considerazione la si può iniziare a trarre nel momento in cui i grandi money-managers stanno ricostituendo il portafoglio italiano.
La prima considerazione non può che riguardare i grandi gestori di patrimoni. Svendendo il debito italiano, penso a Deutch Bank che tirò giù qualche miliardo di BTP, per correre ad acquistare BUND a tasso negativo hanno fatto la figura del più sprovveduto investitore del PARCO BUOI.
Ma non è la sola Deutch Bank ...... è in folta compagnia !
Poi penso a FRAU ANGELA: la CANCELLIERA tutta ni e so, che da questa " situation " esce con una figura che dire ridicola è dir poco.
E' grazie ai suoi tentennamenti che un debito di 350 miliardi di euro è divenuto una mina vagante. Ci fosse stato ancora alla BCE quel bellimbusto di TRICHET vai a capire con quell'accoppiata dove saremmo.
Ci sono volute le mani forti di MARIO DRAGHI per raddrizzare la baracca; ma non è tutto oro quello che riluce. La FRAU non è doma e continua lo slalom se le ultime notizie dicono che :
" Merkel: rischio bolla. Stop aste Bce La cancelliera tedesca Angela Merkel approva le due maxi-aste varate a dicembre e due giorni fa dalla Bce, ma avverte che occorre "evitare nuove bolle" speculative e che le recenti iniezioni di liquidità dell'Eurotower alle banche "non saranno ripetute"
Ci sono pochi giorni fra le due foto: e dopodomani ?
La convinzione di Mario Draghi è sempre stata che una Germania isolata è un pessimo affare. Perché è il maggior contribuente dei salvataggi europei e perché la Bundesbank è un`azionista imprescindibile, per la Bce. Il presidente dell`Eurotower è dunque tra i principali alleati della linea iper rigorista di Angela Merkel.
Ma dinanzi all`inasprirsi del dibattito che si registra a Berlino, con prese di posizione sempre più aggressive dei falchi - ministri «pesanti» come Schàuble e Friedrichs ma anche banchieri ed economisti di rango - contro l`allargamento dell`Esm, contro il secondo salvataggio della Grecia, contro le operazioni straordinarie della Bce e adesso contro le due mega aste da 1000 miliardi di euro a favore delle banche, anche Draghi non riesce più a contenere una notevole irritazione.
Anche perché quegli attacchi si stanno coagulando in parte contro di lui. E la sua irritazione è salita alle stelle soprattutto dopo una lettera che il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, si è premurato di far avere ieri non solo al suo indirizzo ma anche a quello del quotidiano conservatore Faz (Frankfurter Allgemeine Zeitung).
All`indomani della seconda mega asta triennale della Bce, l`ex consigliere della Merkel ha segnalato «rischi crescenti nell`area euro» e ha chiesto che i parametri sui collaterali che possono essere depositati dalle banche presso l`Eurotower in cambio di liquidità vengano inaspriti. Che Francoforte torni, ancora in piena crisi, al regime pre-crisi.
Il problema, per Weidmann, sono i rischi per 1`Eurosistema connessi a quei titoli, se dovessero saltare banche e Paesi dell`Eurozona (le due cose, si badi bene, devono avvenire insieme per causare perdite alle banche centrali). Inoltre, il presidente della Bundesbank è preoccupato, spiega una fonte Bce, perché «drogando» le banche con tonnellate di liquidità il rischio è che non emergano gli istituti che hanno un problema di solvibilità e non più di mancanza di fondi, i cosiddetti «zombie».
Nota di WSI: Mario Draghi, prima di diventare presidente della Bce, quando era ancora governatore della Banca d'Italia, lancio' apertamente l'allarme contro il rischio delle "banche zombie" mantenute in vita dall'eccesso di liquidita' nell'eurosistema. Il voltafaccia di Draghi e' ancora piu' sconcertante adesso poiche' da Francoforte la sua politica monetaria sembra contraddire in pieno la vecchia (e saggia) tesi. Leggere a questo proposito:
CRISI: DRAGHI, RISCHIO DI BANCHE 'ZOMBIE' PER ECCESSO LIQUIDITA' SISTEMA.
Infine, il tedesco sembra dare indirettamnente ragione ad economisti molto ascoltati in Germania come Hans Werner Sinn che sostengono che ormai la Bundesbank sia piena fino all`orlo di titoli tossici.
Peccato, fanno notare fonti vicine a Draghi, che Weidmann abbia votato prima a favore dell`allentamento dei criteri sui collaterali, e poi contro. Un comportamento ondivago e «poco consono, per un presidente Bundesbank», nota con una punta di veleno la fonte.
Jens Weidmann, n.1 della Bundesbank, insieme a ministri «pesanti» come Schàuble e Friedrichs, piu' banchieri ed economisti, e' contro Draghi.
Un atteggiamento che rasenta la scorrettezza nel momento in cui il capo della Buba fa uscire sui giornali posizioni che non ha sostenuto con la stessa nettezza nelle riunioni Bce. Tra l`altro, le due volte che si è votato per decidere sulle mega-aste triennali, tutti i membri del board hanno votato all`unanimità a favore, il tedesco compreso.
La posizione di Weidmann, comunque, non è quella del «fronte del Nord», insomma dei soliti Paesi-falchi come Finlandia Olanda o Austria. È isolata.
Perché l`uscita sulla Faz - altro motivo di irritazione per Draghi - è soprattutto a uso interno.
Merkel è ormai circondata da chi, come alcuni ministri sia liberali sia del suo stesso partito (e soprattutto dell`ala bavarese, la Csu), esprime dubbi pesanti sulla possibilità che la Grecia possa essere salvata. Altri gridano allo scandalo perché a causa delle operazioni straordinarie anticrisi il bilancio della Bce (tremila miliardi) ha ormai superato quello della Fed - un durissimo articolo su questo tema è uscito ieri addirittura sulla progressista Sueddeutsche Zeitung.
Fortuna che in serata Merkel ha fatto capire chiaramente con chi sta: «La Bce, prestando soldi alle banche, sostiene l`euro e aiuta le banche». Punto e a capo.
Ancora una volta il destino dell'Europa potrebbe essere nelle mani degli irlandesi. Visti i precedenti, forse è il caso di preoccuparsi. Il capo del governo Enda Kenny, ha confermato che il Paese intende sottoporre a referendum popolare l'accordo sul rafforzamento della governance economica battezzato "Fiscal compact", il nuovo insieme di regole concertate tra Paesi Ue che prevede criteri stringenti sulla disciplina di bilancio che di fatto segna un primo passo di rinuncia a parte delle sovranità nazionali su questo versante. Gli orgogliosi irlandesi potrebbero decidere di non starci, considerato che hanno l'abitudine di fare lo sgambetto all'Europa.
Nel frattempo nuove e vecchie bolle crescono : Derivati a gogò ormai giunti a valori che creano difficoltà " zeriali " di scrittura, la Spagna..... con 2 milioni d'immobili invenduti e le banche allo stremo, lo yen forse prossimo ad una svalutazione che ridisegnerà l'economia dell'estremo oriente.
Ma questa è un'altra storia, ci tornerò in seguito.
La convinzione di Mario Draghi è sempre stata che una Germania isolata è un pessimo affare. Perché è il maggior contribuente dei salvataggi europei e perché la Bundesbank è un`azionista imprescindibile, per la Bce. Il presidente dell`Eurotower è dunque tra i principali alleati della linea iper rigorista di Angela Merkel.
Ma dinanzi all`inasprirsi del dibattito che si registra a Berlino, con prese di posizione sempre più aggressive dei falchi - ministri «pesanti» come Schàuble e Friedrichs ma anche banchieri ed economisti di rango - contro l`allargamento dell`Esm, contro il secondo salvataggio della Grecia, contro le operazioni straordinarie della Bce e adesso contro le due mega aste da 1000 miliardi di euro a favore delle banche, anche Draghi non riesce più a contenere una notevole irritazione.
Anche perché quegli attacchi si stanno coagulando in parte contro di lui. E la sua irritazione è salita alle stelle soprattutto dopo una lettera che il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, si è premurato di far avere ieri non solo al suo indirizzo ma anche a quello del quotidiano conservatore Faz (Frankfurter Allgemeine Zeitung).
All`indomani della seconda mega asta triennale della Bce, l`ex consigliere della Merkel ha segnalato «rischi crescenti nell`area euro» e ha chiesto che i parametri sui collaterali che possono essere depositati dalle banche presso l`Eurotower in cambio di liquidità vengano inaspriti. Che Francoforte torni, ancora in piena crisi, al regime pre-crisi.
Il problema, per Weidmann, sono i rischi per 1`Eurosistema connessi a quei titoli, se dovessero saltare banche e Paesi dell`Eurozona (le due cose, si badi bene, devono avvenire insieme per causare perdite alle banche centrali). Inoltre, il presidente della Bundesbank è preoccupato, spiega una fonte Bce, perché «drogando» le banche con tonnellate di liquidità il rischio è che non emergano gli istituti che hanno un problema di solvibilità e non più di mancanza di fondi, i cosiddetti «zombie».
Nota di WSI: Mario Draghi, prima di diventare presidente della Bce, quando era ancora governatore della Banca d'Italia, lancio' apertamente l'allarme contro il rischio delle "banche zombie" mantenute in vita dall'eccesso di liquidita' nell'eurosistema. Il voltafaccia di Draghi e' ancora piu' sconcertante adesso poiche' da Francoforte la sua politica monetaria sembra contraddire in pieno la vecchia (e saggia) tesi. Leggere a questo proposito:
CRISI: DRAGHI, RISCHIO DI BANCHE 'ZOMBIE' PER ECCESSO LIQUIDITA' SISTEMA.
Infine, il tedesco sembra dare indirettamnente ragione ad economisti molto ascoltati in Germania come Hans Werner Sinn che sostengono che ormai la Bundesbank sia piena fino all`orlo di titoli tossici.
Peccato, fanno notare fonti vicine a Draghi, che Weidmann abbia votato prima a favore dell`allentamento dei criteri sui collaterali, e poi contro. Un comportamento ondivago e «poco consono, per un presidente Bundesbank», nota con una punta di veleno la fonte.
Jens Weidmann, n.1 della Bundesbank, insieme a ministri «pesanti» come Schàuble e Friedrichs, piu' banchieri ed economisti, e' contro Draghi.
Un atteggiamento che rasenta la scorrettezza nel momento in cui il capo della Buba fa uscire sui giornali posizioni che non ha sostenuto con la stessa nettezza nelle riunioni Bce. Tra l`altro, le due volte che si è votato per decidere sulle mega-aste triennali, tutti i membri del board hanno votato all`unanimità a favore, il tedesco compreso.
La posizione di Weidmann, comunque, non è quella del «fronte del Nord», insomma dei soliti Paesi-falchi come Finlandia Olanda o Austria. È isolata.
Perché l`uscita sulla Faz - altro motivo di irritazione per Draghi - è soprattutto a uso interno.
Merkel è ormai circondata da chi, come alcuni ministri sia liberali sia del suo stesso partito (e soprattutto dell`ala bavarese, la Csu), esprime dubbi pesanti sulla possibilità che la Grecia possa essere salvata. Altri gridano allo scandalo perché a causa delle operazioni straordinarie anticrisi il bilancio della Bce (tremila miliardi) ha ormai superato quello della Fed - un durissimo articolo su questo tema è uscito ieri addirittura sulla progressista Sueddeutsche Zeitung.
Fortuna che in serata Merkel ha fatto capire chiaramente con chi sta: «La Bce, prestando soldi alle banche, sostiene l`euro e aiuta le banche». Punto e a capo.
Nel frattempo nuove e vecchie bolle crescono : Derivati a gogò ormai giunti a valori che creano difficoltà " zeriali " di scrittura, la Spagna..... con 2 milioni d'immobili invenduti e le banche allo stremo, lo yen forse prossimo ad una svalutazione che ridisegnerà l'economia dell'estremo oriente.
Ma questa è un'altra storia, ci tornerò in seguito.
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