Operazione “TERZA ETÀ”
COMUNICATO STAMPA Roma, 15 novembre 2018
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo
due provvedimenti di sequestro emessi dal G.I.P. presso il Tribunale capitolino, su
richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, aventi ad oggetto beni per un valore
di oltre 17 milioni di euro formalmente intestati ad alcuni “prestanome” ma nella diretta
disponibilità di Mauro LICENZIATO (classe 1981) e Elvis HUDOROVICH detto “Giovanni
lo zingaro” (classe 1977).
Questi ultimi erano stati arrestati lo scorso 3 luglio dal Gruppo Investigazione Criminalità
Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, unitamente ad altri indagati –
tra cui Mario LICENZIATO alias “Marittone” (classe 1947), padre di Mauro e personaggio di
notevole spessore delinquenziale, con importanti relazioni nel mondo criminale – per i reati
di associazione per delinquere, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria,
truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni. In tale contesto erano già
stati sequestrati beni (imprese, immobili, veicoli, un’imbarcazione, preziosi e denaro) per
oltre 15 milioni di euro.
Oggetto dell’odierno provvedimento sono, in particolare, le seguenti tre società risultate
fortemente patrimonializzate, ricche di beni strumentali dall’elevato valore e di crediti verso
terzi di rilevante importo:
- Supermercati Byl’s S.r.l., con sede in Roma, esercente l’attività di “commercio
all’ingrosso di computer, apparecchiature informatiche periferiche e di software”, con punti
vendita a Tivoli e Sermoneta (LT);
- Nuova Alimenti e Bevande S.r.l.s., con sede a Rocca Priora (RM) operante nel
“commercio all'ingrosso di bevande non alcoliche”.
- Fruit S.r.l., con sede a Roma, attiva nel settore dei “minimercati e altri esercizi non
specializzati di alimentari”, con negozi a Roma e in provincia di Latina.
Inoltre, le società, sono state anche utilizzate per l’acquisto di numerose autovetture di lusso
in evasione all’IVA, rimaste nei patrimoni aziendali e utilizzate direttamente dai protagonisti
della vicenda ovvero cedute a terzi.
L’intervento si colloca nel solco dell’azione della D.D.A. e della Guardia di Finanza finalizzata
all’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata.
Nel caso di specie i capitali di illecita provenienza sono stati impiegati per avviare e gestire
attività economiche con cui gli indagati hanno posto in essere – come si legge nel decreto in
esecuzione – «un vero e proprio “inquinamento” dell’economia legale, collocandosi in una
posizione di predominio rispetto ad altri imprenditori che operano nella legalità».
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