Ancora sul rilievo della CORTE dei CONTI
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Conte. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CONTE. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, prendo spunto dalla dotta dissertazione del collega Adotti – devo dire proprio perfetta – per aggiungere qualche dettaglio, visto che comunque le problematiche sono state trattate in Commissione Bilancio. E andiamo ad analizzarle una per una.
In primis, lo sforamento di cinque milioni e ottocentoventisettemila euro. In Commissione Bilancio ho fatto notare che nel momento in cui c’è stato lo sforamento, probabilmente dell’incasso presunto della vendita del terreno al Comune di Roma, ancora non se ne aveva certezza. Devo aggiungere, inoltre, che questa mattina il Consigliere Privitera ha posto l’accento sulla stima che è stata fatta del terreno, su cui oggi più che mai sorgono dei dubbi, anche perché mi sembra di capire che quel terreno,dal punto di vista commerciale, valga ampiamente più di venti milioni di euro. Quindi come prima analisi superficiale nei fatti, mi pare di capire che l’importo, per cui è stata concordata con il Comune di Roma la vendita, appare notevolmente sottostimato. Peraltro, mi viene un dubbio. Vorrei capire perché la stima di quel terreno è stata affidata illo tempore ad un soggetto privato, quando c’erano degli istituti pubblici per valutare il vero valore del terreno. Ma non solo, il terreno doveva essere venduto al Comune di Roma, ma di fatto è stato venduto poi a dei privati. Sì, in nome e per conto del Comune di Roma, ma comunque il terreno è stato transatto con dei privati, perché il
Comune di Roma asseritamente non era più in possesso della cifra per poter onorare la
vendita.Quindi il primo problema, il terreno verosimilmente è stato venduto ad un valore notevolmente inferiore a quello commerciale. Punto primo.
Punto secondo. Il terreno è stato venduto non più al Comune di Roma, ma è stato
venduto di fatto – dico di fatto – a dei privati. Punto tre. I proventi del terreno – leggo, firmato dottor Fosco Gironi – “La somma derivante dall’alienazione dovrà essere versata dal Comune di Frascati nella contabilità “speciali fruttiferi” per essere destinata, previa autorizzazione della Regione Lazio, ad opere permanenti di interesse generale di quella popolazione”. Sfido io che poi il Comune di Frascati – consentitemi il termine – si è beccato il cazziatone dalla Corte dei Conti. A giusta ragione. Perché non ha fatto il Comune di Frascati quello che doveva
fare. Certo, caro Assessore. Ha usato, ha distratto questi fondi – mi consenta il termine esatto – il Comune di Frascati ha distratto questi fondi, perché secondo le indicazioni – lo ripeto – “i proventi della vendita, la somma derivante dall’alienazione dovrà essere versata dal Comune di Frascati nella contabilità “speciali infruttiferi” per essere destinata, previa autorizzazione della Regione Lazio, ad opere permanenti di interesse generale di quella popolazione”. Signori, o è bianco, o è nero. Questo non è stato fatto, a
mio avviso. Salvo che poi l’Assessore produca l’adeguata documentazione e ci spieghi,
invece, che così è stato. Io ritengo che la Corte dei Conti, è chiaro che, nel momento in cui ha deliberato in questo senso, avrà tenuto conto di quelle che sono state le giustificazioni e si è ritenuta insoddisfatta. Quindi mi pare che, a parte quelle che sono le giustificazioni date qui da colui che ha compilato questo documento e io ritengo che a questo punto le responsabilità possano essere anche – non so in che misura – dei sindaci del Collegio sindacale. Quindi ritengo che stiamo veramente fuori tema. Si bussa a denari e si risponde a spade, oppure – meglio ancora – a bastoni. Io adesso non so giustamente –come diceva il Consigliere Adotti – la Corte dei Conti cosa ne penserà di queste giustificazioni, non è escluso che magari ritenga di inviare il quantum poi alla Procura.
Me lo auguro, perché forse non basta neanche la Procura della Corte dei Conti, ci
vorrebbe anche – e ritorno a dirlo – la Procura della Repubblica di Velletri.
Mi auguro che anche su questa vicenda la Procura della Repubblica di Velletri accenda i suoi fari, illuminati, come si dice. Me lo auguro di cuore.
Passiamo al secondo punto. “Rilievo di grave irregolarità”. Dove anche qui mi auguro che la Procura della Repubblica di Velletri accenda per l’ennesima volta i suoi fari. Chiari e illuminanti. Secondo me, questa è la vicenda più grave di tutte, perché – peraltro ritorno su questo argomento, potrei apparire noioso, ma in realtà è forse importante che io sottolinei queste cose, così magari chi legge, chi leggerà, farà più attenzione – qui noi andiamo a mettere una cosiddetta pezza a colori, dopo addirittura due o tre anni. Noi quindi andiamo a sanare un problema della PCR, un problema che si è manifestato – come ho detto questa mattina – sin dal Bilancio – adesso non trovo le carte, perché sono tante – ma fin dal Bilancio del 2005, se ricordo bene. Quindi andiamo a mettere una pezza oggi per qualcosa che è accaduta nel 2005. Peraltro, per un debito di cui non se ne conoscono i contorni netti. Ora per allora, il Comune di Frascati, anche
se nella misura del dieci percento, per quanto riguarda la sua parte in quota societaria, va a mettere una pezza per un debito di cui non se ne conoscono i contorni e paga.
Come se ad un certo punto, in un condominio si fa l’assemblea dei condomini, ad un certo punto il presidente dei condomini dice: guardate, abbiamo perso ventimila euro, mettete mano al portafoglio e pagate. E tutti quanti i condomini, senza chiedersi perché,pagano. Quindi se non altro, a parte la grave irregolarità – sottolineata dalla Corte dei Conti – noto anche una grave leggerezza da parte del Comune di Frascati di disporre di soldi pubblici. Ma attenzione, noi sappiamo benissimo che dopo questo intervento, comunque negli anni successivi...
PRESIDENTE. Consigliere Conte, se può concludere, per cortesia.
CONSIGLIERE CONTE. La PCR comunque è continuata a rimanere in un grave
stato di deficit. Stamattina mi sono soffermato anche sulle eventuali responsabilità dei sindaci sia della PCR, che, di conseguenza, dei sindaci del Comune di Frascati. E quindi anche su questo voglio accendere i riflettori sulle responsabilità.
Per quanto riguarda il terzo punto, guardate, qui è sparare sulla Croce Rossa, perché ad un certo punto la Corte dei Conti dice: “Sintomatici di una situazione finanziaria non rispondente a criteri di sana gestione”. È sufficiente questo. I dati contabili direi che
sono praticamente non necessari. Perché qui la Corte dei Conti accusa questa volta – e meno male che c’è qualcuno che lo dice – che praticamente nel Comune di Frascati –
quindi responsabilità di tutti o di nessuno, ma credo di tutti – non esistono, non vengono applicati criteri di sana gestione.
Questo è un dato di fatto, signori.
A Frascati praticamente non si amministra nell’interesse dei cittadini.
Ma ancora una volta, con tutta una serie di manovre, si tenta di mettere le mani nelle tasche dei cittadini per sopperire a mancanze che prevedono responsabilità, che non sta a me certamente individuare.
PRESIDENTE. Consigliere Conte, le ho dato tre minuti in più per l’esattezza. Quindi
non mi può dire che l’ho interrotta. Quindi non mi dica che non le ho permesso di
concludere.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento