martedì 11 maggio 2010

Sul nucleare Di Pietro le spara atomiche





Il nostro obiettivo non è convincerlo, ma di confutarlo rivolgendosi alla componente di opinione pubblica non pregiudizialmente ed istericamente orientata.



(Roma 5 maggio 2010) - Nell’affrontare la questione del rilancio del nucleare in Italia, anzi nel tentativo di opporsi ad esso attraverso un referendum per il quale ha intrapreso la raccolta delle firme, l’onorevole Antonio Di Pietro si esprime in modo inappropriato persino in materie, quali quelle giuridiche, che dovrebbero essere a lui consone. Ci riferiamo a quanto attribuitogli in virgolettato da un lancio dell’Agenzia Giornalistica Italia del 28 aprile 2010.

Di Pietro parla erroneamente di un fantomatico referendum antinucleare che si sarebbe svolto nel 1987, probabilmente dando questa sua personale interpretazione ai tre quesiti referendari su specifici temi che rammentiamo, soprattutto per gli operatori della Stampa, almeno per quelli che si pongono il problema deontologico e della corretta informazione. Sono tanti, sono pochi? Vedremo.

Un primo quesito riguardava la possibilità per l’Enel di partecipare a progetti specifici all’Estero; un secondo (materia fiscale?) se dovessero o meno venire erogati incentivi ai Comuni siti di installazioni nucleari; un terzo riguardava la possibilità di superare i contrasti localistici con una decisione centralizzata. Fu per decisione politica dei Governi del tempo che attraverso fasi successive si passò da una fase di ripensamento, alla fermata delle centrali nucleari, alla decisione di smantellarle su “colpo di fulmine” dell’allora ministro Pierluigi Bersani, che lo esternò in maniera esecutiva in una conferenza stampa. La situazione venne solo successivamente sanata dal suo successore Enrico Letta.

«Purtroppo la stampa italiana si limita a fare da acritica cassa di risonanza delle dichiarazioni del politico di turno - commenta Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare - venendo meno alla tipica funzione anglosassone di “cane da guardia” nei confronti del potere, per assumere quello improprio di “cane da compagnia”, a volte persino compiacente e scodinzolante verso questo o quel referente».

«La questione fondamentale per la ripartenza del nucleare in Italia - prosegue l’ingegner Prinzi - sarà quella del riuscire a veicolare una corretta informazione, attraverso divulgatori seri e preparati anche in grado di affrontare e reggere un dibattito con contraddittori non preparati in materia se non addirittura grassamente ignoranti, ideologizzati e fanatici, che non parlano, come invece i tecnici specialisti, su dati reali ed incontrovertibili, ma fanno sovente ricorso ad enfatizzazioni pseudoscientifiche capaci però di suscitare isterismo di massa e ancestrali paure, quali quelle nei confronti di ciò che non si conosce. E purtroppo nel nostro Paese la cultura scientifica è una chimera, spesso persino carente anche in chi, per titolo accademico, dovrebbe esserne in possesso; non parliamo poi della gente comune, degli operatori dell’informazione, spesso selezionati per visione ideologica e non per capacità professionale, dei politici di professione incapaci di visione strategica e con frequenza attenti solo al contingente, a volte persino poco edificante».

Invitiamo pertanto, contraddicendoci con il titolo in apertura, l’onorevole Antonio di Pietro a riflettere su queste nostre affermazioni. Forse riesaminando la questione alla luce dei suoi conclamati Valori e del viscerale impegno con cui li vive potrebbe cambiare idea sull’argomento e schierarsi con noi per un pronto rilancio del nucleare in Italia. Lo faccia, Onorevole. Saremmo lieti di accoglierla con il Suo dirompente entusiasmo tra i Nostri.





A LATERE

Nei giorni scorsi il Cirn ha sottoscritto una petizione, di cui è primo firmatario il professor Franco Battaglia, su una questione che riteniamo essere un colossale ingannevole abbaglio, preso ai danni dei contribuenti italiani: la cospicua installazione nel Paese di impianti fotovoltaici per la produzione elettrica; impianti che giudichiamo una inutilità tecnica, oltre che un disastro economico. La petizione è accessibile alla pagina web http://www.21mosecolo.it/sitonew/xx21mo/lettera/100426lettera.htm e, qualora la si condivida, può venire sottoscritta per darle maggiore forza attraverso il medesimo sito.

La petizione stata già letta in ambienti antinucleari e commentata in taluni siti cosiddetti ecoambientalisti. Sorridiamo delle loro prese di posizione, che sembrano ispirate a vaghe o comunque elementari conoscenze di fisica e alla più completa mancanza di conoscenza dell’argomento specifico, in uno strano miscuglio di preconcette e fanatiche posizioni di tipo talebano, che portano a giudicare folli e solo oggetto della pietà e clemenza di Dio chi argomenta qualcosa di eretico per la loro religiosità verso la natura eletta a divinità, per costoro solo da contemplare e adorare.

Comunque li ringraziamo per averci messo di buonumore e di essere pertanto riusciti in un qualcosa che non sempre a Beppe Grillo riesce, ma, soprattutto, per la pubblicità che stanno facendo all’iniziativa.





A seguire alleghiamo alcune diapositive tratte da recenti conferenze o partecipazioni dell’ingegner Giorgio Prinzi sull’argomento.











RECAPITI CIRN

Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare

06.7049.6222 - 339.12.67.704

com-nuc.segreteria@libero.it

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