domenica 1 maggio 2011

Bernanke ha parlato. In arrivo nuove montagne russe.

Il capo della FED è stato chiaro. Ma non si comprende chi comprerà il debito a stelle strisce.

Dunque ora è chiaro che non ci sarà una terza fase del Quantitative Easing. A fine giugno BIG BERN ha detto stop. E' anche chiaro che i tassi della Fed rimarranno a lungo fermi allo 0% - 0,25%. I motivi sono chiari secondo Bernanke : "l'economia ha ancora bisogno di " stimoli monetari " e di un " extended period " di basso costo del denaro". Tradotto in mainstreet language il dollaro deve calare. Daltronde, aggiunge il nostro, l'inflazione-core, ovvero l'inflazione al netto degli incrementi di costo dell'energia e dell'alimentare sui quali le manovre monetarie non hanno peso, è ferma all'1%. Praticamente non esiste.

Ma se guardiamo all'inflazione reale, quella che pesa sulle tasche dei cittadini, essa è pari al 2,7% ; ovvero il potere d'acquisto delle buste paga cala di quella percentuale ogni anno. E se è vero che un dollaro in caduta facilità l'export e difende quindi i posti di lavoro, è altrettanto vero che produce import d'inflazione e minor potere del popolo dei consumi.

Ma non è questo il punto.

In una realtà economica nella quale il pareggio di bilancio difetta ed il rapporto Stock-Debito/PIL è ormai al 100%, l'umore dei creditori è essenziale.

Circa un terzo delle riserve valutarie cinesi è investita nel debito USA e quindi è espressa in dollari. Se il valore del dollaro cala, il creditore si ritrova in mano della carta che perde valore insieme alla valuta che la esprime. Non a caso, giorni fa, è arrivato dall'est un monito : " CI VUOLE RISPETTO PER I CREDITORI".



CHI SIEDE DALL'ALTRA PARTE DEL TAVOLO ?

Di fronte all'economia USA stanno seduti i produttori di materie prime : petrolio, gas, grano, mais, oro, argento e quant'altro necessario al sistema produttivo e di sostentamento della forza lavoro. Il tutto si scambia prevalentemente secondo l'equazione materie prime/dollari. Ho più volte espresso il concetto sottostante : se si paga in dollari il petrolio arabo e poi gli arabi debbono acquistare l'occorrente in euro, il rapporto euro/dollaro non è per loro ininfluente. Calando quindi questo rapporto essi tenderanno ad aumentare il costo in dollari richiesto per la loro mercanzia. Questo vale per ogni altra materia prima. Chi è stato di ciò consapevole ha fatto buoni affari in questi anni.

Ed ecco a oggi, 29 aprile, i nuovi valori di alcune materie prime allineate ad un dollaro sempre più proiettato verso il rapporto euro/$ pari a 1,50 e oltre:

EUR / USD 1.4851 1.4853

Gold 1532.95 1533.25
Argento 48.33 48.36

Platinum 1837.00 1847.00
Palladio 781.80 784.80
Alluminio 2762.00 2765.00
Di rame 9373.00 9378.00
Nichel 26825.00 26925.00
Brent 124.77 124.80
Light Sweet 112.37 112.40



LA DOMANDA CENTRALE E' ANCORA INEVASA

Ovvero chi sottoscriverà il debito pubblico novello che verrà emesso dagli USA ?

Facciamo il punto sul sistema. Fino al prossimo giugno 2011, ovvero fino alla scadenza del Quantitative Easing 2 ( pari a 600 miliardi di dollari )con il quale la FED riacquisterà i titoli del debito USA dagli operatori fornendo loro liquidità a tasso ZERO, gli operatori riacquistavano con quella liquidità le nuove emissioni finanziando quindi il deficit federale.

Al 30 giugno 2011 saranno circa 2.700 i miliardi di dollari immessi in questo giochino; 2.700 miliardi su un debito complessivo di circa 14.000 miliardi di dollari vicinissimo ai circa 15.000 miliardi del PIL.

Chiuso quindi il rubinetto cosa accadrà ? Ed in quale contesto avverrà la " chiusura del rubinetto " ?

Ancorchè non aggiornato e fermo a giugno 2009, il quadro sottostante offre alcune evidenze degne di considerazione :


Cina e Giappone, ovvero i maggiori finanziatori del debito USA, hanno grossi problemi.

La CINA con i suoi 1.370.000.000 ( ultimo censimento rilasciato giorni fa ) abitanti sta letteralmente comprando il MADAGASCAR per dare risorse alimentari a tutte quelle bocche. Per non parlare della caccia alle materie prime occorrenti al suo sviluppo. Viaggia inoltre su una bolla immobiliare che potrebbe esplodere da un momento all'altro con ripercussioni inimmaginabili sul sistema bancario cinese. Credo che a tutto pensi meno che ad incrementare la sua esposizione in dollari.

In GIAPPONE sono stimati in 45 miliardi di dollari i danni causati dallo tsunami e dalla tragedia nucleare. E' inoltre entrato in recessione. Non c'è quindi spazio per nuovi acquisti; forse neppure per i rinnovi integrali dello scaduto.

Non resterebbe quindi che rivolgersi a quella finanza internazionale che in questi anni sul " giochino " ha fatto lauti guadagni. E non è che nell'arco di Bernanke e della SEC non manchino le necessarie frecce. Alcune di queste riposte nella faretra riguardano le varie attività non pienamente normate su quei settori della finanza innovativa e derivata che stanno in modo preoccupante riprendendo vigore negli STATES. Basterà per indurre con la moral suasione a convincere che dovranno stringere la cinghia e sottoscrivere carta che rende assai meno delle opportunità presenti sui mercati ?

Bolla immobiliare, finanza dei DERIVATI nuovamente in grande spolvero,swaps fuori controllo, stress test bancari, stati sull'orlo del fallimento, debito degli stati europei ai massimi ( la Germania è giunta a oltre l'83% sul PIL )...... la pentola bolle e la pressione sale.

MA NON FINISCE QUI !

Infatti, circa un mese fa, due giornalisti di Bloomberg hanno lanciato una inquietante notizia che, ove rispondente al vero, potrebbe condurre a scenari quasi catastrofici.

In sostanza, i due giornalisti assicurano che la somma trasferita dal governo USA alle imprese in crisi è stata di 14.700 miliardi di dollari, cifra superiore allo stesso PIL USA del 2010 ed equivalente a quasi un terzo di tutto il PIL mondiale. Tale somma, stando ai due giornalisti di Bloomberg, sarebbe uscita dalla Federal Reserve, la banca centrale USA.
Solo una cifra del genere poteva essere sufficiente a frenare – e ripetiamo momentaneamente – il tracollo finanziario di Wall Street.

Sulla base di questa ricostruzione il debito USA arriverebbe a sfiorare i 30.000 miliardi di dollari ovvero i due terzi del PIL mondiale.


Con queste premesse, nei mesi a venire potremmo assistere ad eventi drammatici. Vada come vada, le MONTAGNE RUSSE sono assicurate.

ESTOTE PARATI !

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