mercoledì 6 ottobre 2010

Il CAMERAGNO Fini sulla sua immigrazione a sinistra

La terza repubblica made in Elisabetto II


Dunque il CAMERAGNO FINI viene disvelato. E l'operazione avviene non per bocca di uno qualsiasi. E' addirittura Alessandro Campi ad annunciare la lieta novella dell'immigrazione a sinistra; l'ideologo del Fli ammette in tv che il leader gioca per sè dal 2008. Poi invita Gianfranco Fini alla svolta: "Assuma la guida del nuovo partito, lasciando la presidenza della Camera".

Ieri mattina a Omni­bus su La7 lo storico ha nei fatti rivelato "Nel momento in cui Fi­ni dovesse assumere - e dovrà farlo prima o poi - la guida di questo partito, esso funzione­rà se ci sarà un’offerta politica nuova che concretizzi il lavoro di questi due anni di Fini, altri­menti sarebbe un altro partiti­no di destra".

Ma chi è Alessandro Campi ?

Docente di Storia del pensiero politico all'Università di Perugia, è altresì il direttore scientifico della fondazione FareFuturo. Saggista (è autore di studi e volumi sulla destra, sul fascismo e sulla tradizione del “realismo politico”) e giornalista (collabora con L’Indipendente e Il Foglio), consulente di diverse case editrici (da Rubbettino a Costantino Marco), componente del comitato di direzione della rivista Ideazione.

Tempo fa rilascio la seguente dichiarazione :

Cosa ne pensa del concetto di network applicato alla politica?

«Mi sembra fondamentale, specie oggi che i partiti hanno perso le caratteristiche organizzative di un tempo, quando erano in grado di gestire dalla politica culturale alla formazione dei militanti, dai rapporti con le categorie economiche all’attività di governo, dalla rappresentanza degli interessi sociali al tempo libero delle persone. Oggi la politica non è fatta solo dai partiti e dagli organismi da essi direttamente controllati. Tantomeno può essere affidata esclusivamente alle capacità demiurgiche del solo leader. Oggi, per fare politica in modo davvero vincente e innovativo, occorre mettersi in rete con la società, aggregare forze ed energie, valorizzare i talenti al di là delle logiche di appartenenza». ( da GIORNALISMO MILITANTE 5 ottobre 2007........3 anni fa !)

E ancora :

Da storico prima e da politologo poi, come definirebbe l’epoca che stiamo vivendo?

«Un’epoca per molti versi confusa e contraddittoria, ma ricca di sfide storiche, nella quale stanno maturando profonde trasformazioni, che merita di essere vissuta con partecipazione e intensità. Oggi c’è molto disincanto, ma al tempo stesso si registra, soprattutto nelle generazioni più giovani, un bisogno forte di valori e certezze. Al tempo stesso il conformismo e la massificazione dilaganti mi sembrano fortunatamente contrastati dalla voglia che molti hanno di distinguersi dal branco, di non cedere alle verità troppo scontate. E’ un’epoca nella quale non mancano gli “spiriti ribelli”, disposti a marciare controcorrente».

Dovendo scegliere un leader tra gli attuali protagonisti, a chi consegnerebbe lo scettro del centrodestra?

«Un vero leader lo scettro deve conquistarselo da solo, non può vederselo assegnato da qualcuno. È questo il bello della lotta politica, che non è – come sembra talvolta leggendo i giornali italiani – un giochino di società, ma uno scontro di interessi e volontà, nel quale ci sono sempre un vincente e un perdente. E vince, di solito, chi sa darsi una missione di lungo periodo, chi è disposto a correre dei rischi. Berlusconi la sua leadership se l’è conquistata, a suo tempo, sfidando e sconfiggendo la “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto e poi lottando giorno per giorno contro tutti coloro che l’avrebbero voluto in galera piuttosto che in Parlamento. Fini deve la sua grande popolarità alla caparbietà con cui si è battuto per la nascita anche in Italia di una destra priva di nostalgie. Bossi è diventato un capopopolo battendosi per il federalismo quando tutti lo prendevano per matto. Quelli che oggi aspirano alla guida del centrodestra dovrebbero prima dimostrare di avere le caratteristiche necessarie per esserlo».

Un giochino da storico. Se Napoleone potesse osservare i nostri politici, in chi si identificherebbe?

«L’unico che nell’Italia d’oggi ha la stessa costruzione mentale di Napoleone, una forza di volontà e uno spirito visionario identici a quelli del francese, è indubbiamente Berlusconi. Il primo amava fare la guerra e conquistare territori, il secondo è nato per fare impresa e per conquistare l’etere: ma si tratta di una differenza che si spiega con i cambiamenti di epoca storica e di scala nei valori."




Ecco dunque la fucina ideologica e formatrice del CAMERAGNO-PENSIERO.


Visitando il suo blog trverete questa massima campeggiare in alto a sinistra :

"L'influenza di una filosofia sulla propria epoca e su quella futura non è determinata dai parametri di un seminario di logica o di metafisica, bensì dal suo rapporto con le esperienze della vita comune".
Hans J. Morgenthau

A maggiore informazione dirò che Hans Morgenthau (Coburgo, 17 febbraio 1904 – New York, 19 luglio 1980) è stato un politologo tedesco. Di lui è stato recentemente pubblicato :Etica e politica nella teoria internazionale di Hans J. Morgenthau, Il Mulino, 2010.

Non saprei dire se sia mai stato a MONTECARLO.

Forse in questa occasione verranno ulteriormente approfondite le ragioni per cui tanti lasciano i loro partiti, le loro radici, per divenire "immigrati" in terre sconosciute e sinistre.


FAREFUTURO e ITALIANI EUROPEI - 6 OTTOBRE "Le nuove politiche per l'immigrazione. Sfide e opportunità"‏

3 commenti:

  1. Anonimo6.10.10

    Fini sei un pezzo di merda

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  2. Anonimo6.10.10

    A Montecarlo sono stato una volta soltanto, in gita scolastica, nel lontano 1979. Cordialmente, Alessandro Campi

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  3. angelo6.10.10

    Mi fa piacere Professore. Ma qualcuno è di casa lì e, per decenza, farebbe bene a ritirarvisi in meditazione. Qui, con certe compagnie sinistre, può solo far danni maggiori del suo antagonista.

    Cordialmente, Angelo Cristofanelli

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