ESPROPRIAMO L’OSPEDALE DI FRASCATI ALLA ASL

La mala sanità viene da lontano.



Avevo ragione io.

Una trentina d’anni fa, la rivoluzione istituzionale messa in atto da processi politici post Conciliari indirizzò la politica verso il “centralismo” economico, sociale, sanitario e dei servizi, escludendo al contempo il cittadino quale entità “pensante” e “deliberante”.

Il clima politico di quegli anni era piuttosto teso; il PCI aumentava il consenso, mentre la DC seguiva la politica post conciliare. Vedi “convergenze parallele, compromesso storico, larghe intese” e così via, cercando una convergenza politica con il PCI al fine di compattare comunque una maggioranza politica “centralista” para “monopolista” se non “Democrazista”.

Dopo un intenso dibattito nelle segreterie dei partiti, si cominciò con l'annullare di fatto ogni valenza ad ogni iniziativa del singolo cittadino. Si delineava una nuova riforma dello Stato, economicamente insostenibile per le finanze d’allora. Regioni, Comunità Montane, Enti e tanto altro. Tra le riforme in agenda non poteva mancare quella sanitaria.

Il progetto di riforme avrebbe avuto un costo enorme per le tasche dei cittadini, tanto che l’allora ministro Colombo scrisse una lettera all’allora Presidente del Consiglio On. Moro allarmandolo sull’insostenibilità economica delle riforme da non poter essere sostenute dai cittadini. Vedi oggi l’enorme debito pubblico. E l’ormai logoro ritornello “lacrime e sangue”.

L’On. Moro ignorò la lettera, “riponendola” in un cassetto e dopo qualche giorno, in televisione comunicò agli italiani, “testualmente”, che non avevamo un Lira e che dovevamo mangiare le patate.

Da li, inizia il “menefreghismo” nei confronti dei cittadini da parte della politica.

Per reperire risorse il Ministro Visentini varò una riforma fiscale togliendo l’I.G.E ai Comuni, introducendo l’I.V.A. a solo vantaggio dello Stato, con ciò raddoppiando, se non triplicando, le tasse indirette sulla spesa quotidiana dei cittadini.

A quei tempi già collaboravo con il Gruppo Parlamentare Democristiano, per questo, fui invitato a partecipare ad un simposio, ove venne presentata la nuova organizzazione sanitaria, successivamente denominata “U.S.L.”.

Nell’illustrazione del progetto emergeva palesemente l’onere a cui sarebbero stati sottoposti gli Italiani. In sintesi un “treno” lungo di “carrozzoni” che avrebbe stravolto l’organizzazione sanitaria, e, moltiplicado la spesa sanitaria, sicuramente avrebbe peggiorato il servizio sanitario nel suo complesso. Vedi oggi lo stato della sanità.

L’argomento, suscitò un vivace dibattito ed un altrettanto vivace scontro dialettico tra il sottoscritto e l’oratore, al punto che presi la sedia e simbolicamente gliela “tirai”. Tanto che alla fine, con veemenza, mi rispose dicendo “che per la democrazia avrebbe speso fino all’ultima lira”.

Dimenticando che stava parlando dei soldi e della salute dei cittadini.

Confrontiamo il costo della Sanità e paragoniamolo alla qualità del servizio. Non faccio peccato a pensare che la Sanità i cittadini la pagano “due” volte: una con la “tassazione ordinaria" e l’altra per la lentezza dell’intervento, date le “lungaggini” per accedere al servizio sanitario.

D'allora ad oggi, si sono succeduti tanti Governi e tanti Ministri.

In epoca recente la Bindi, Sirchia, Storace, Turco, oggi Fazio.

Nonostante gli avvicendamenti dobbiamo registrare un continuo e costante peggioramento del servizio sanitario nazionale.

Dal degrado non fanno eccezione gli ospedali del circondario, compreso il nostro ospedale S. Sebastiano di Frascati.

Ricordo che l’Ospedale di Frascati è un’istituzione che viene da lontano.

Già agli inizi del 1700 Janari istituisce il primo “centro” sanitario, poi Ludovico Micara istituisce l' ospedale vero e proprio. Da allora, alla Presidenza Mario Tamburrano l’Ospedale di Frascati ha avuto sempre l’appellativo di fiore all’occhiello della sanità locale e punto di riferimento per quella nazionale

Con la Presidenza Tamburrano l’ospedale di Frascati era un polo sanitario di grande prestigio, tanto da richiamare l’attenzione del Ministro della Sanità che lo prende ad esempio istituendo altri due ospedali in via sperimentale al nord e al sud d’Italia.

Il “ sogno” finisce con l’istituzione della riforma sanitaria.

Già il Prof Menichella manifestava preoccupazione sul futuro dell’ospedale di Frascati mentre si progettava il polo universitario Tor Vergata.

Vorrei ricordare un episodio che appartiene alla storia sanitaria di Frascati. Nei primi dell’ottocento Roma fu aggredita dalla peste. Non avendo il lazzaretto si rivolge Frascati per poter ospitare i suoi malati. Tanto che, per riconoscenza, fu concesso alla città di Frascati di fregiarsi degli stessi colori di Roma (porpora e oro). Frascati fu altresì considerata terra ospitale ed amica e i Frascatani cittadini onorari di Roma.

Mi domando come è mai possibile che un ospedale di sì tanta tradizione sanitaria sia ridotto ad uno stato di fatiscenza che offende la dignità dei malati e degli operatori.

Come da terzo modo è tutta la sanità italiana: liste d’attesa interminabili, notizie di malsanita all’ordine del giorno e tutto sulla pelle dei cittadini. Quante volte i malati sono soggetti al “turismo” Sanitario da un ospedale all’altro e quanti sono morti a causa di detti trasferimenti?

In tutto questo manca il controllo della politica. Quanti sono i Consiglieri Comunali che vanno ad ispezionare l’ospedale?

Quanti intervistano i malati sul servizio sanitario di cui usufruiscono?

Sono sicuro che se dico nessuno non sbaglio.

Mi domando che stipendio percepisca il Direttore Generale, quanti siano i dipendenti dell’Ospedale e quanti siano i posti letto.

Quanti sono gli amministrativi e quanti sono gli addetti al servizio sanitario?

Dobbiamo prendere atto che la riforma sanitaria ha fallito e necessita di una revisione strutturale che allontani la speculazione selvaggia che le cronache ci portano a conoscenza.

Visto che allo stato attuale questo non succede, si rende necessario intraprendere iniziative improntate alla civiltà comportamentale e iniziative che richiamino l’attenzione dei media al fine di riportare eventuali iniziative per rivedere tutto il sistema.

Caro Stefano, dobbiamo evitare lo “scontro” politico sull’ospedale; esso è un tipo di servizio che riguarda tutti i cittadini di destra e di sinistra, ricchi e poveri, generali e soldati, magistrati e “condannati” e così via. E’ mia convinzione che tutta la classe politica deve intervenire a difesa di un’istituzione di rilevanza strategica per la salute dei cittadini del circondario.

Volere è potere. Espropriamo l’ospedale alla A.S.L. Con la riforma l’ospedale ci è stato di fatto espropriato e non mi risulta che il Comune abbia incassato una lira. Dunque niente ci hanno dato e niente gli ridiamo.

Espropriato, ne faremo un ospedale a concorso internazionale con caratteristiche privatistiche, convenzionato, che dovrà tener conto delle esigenze sanitarie dei cittadini.

Togliere un pronto soccorso in una realtà come Frascati, è una iniziativa deplorevole, vuol dire mancanza di programmazione, costi occulti, e soprattutto si fa sulla pelle dei cittadini.

Paolo Pellicciari



05/10/2010